... continua
Sì, è un posto spettrale, che mette l'angoscia.
Questo è il deposito della Polizia dove ora è la mia moto, ancora nella cassa, a 1 km dall'aeroporto.
Enorme, polveroso, spettrale, piena di veicoli di tutti i tipi, generalmente abbandonati e cadenti. Credo tengano in deposito, per molto tempo, i veicoli sequestrati o semplicemente con i documenti non in regola.
Nelle foto sotto (fatte di nascosto perché ovviamente è vietato fotografare
) si vede solo una piccola parte del deposito all'aria aperta.
Come reagisco a tutto questo?
Potrei lasciarmi andare allo sconforto: è una settimana che lotto contro questo Moloch la cui caratteristica principale non è la crudeltà, ma la stupidità e l'inefficienza.
Ma cerco di non abbattermi e di reagire. Il risultato è un miscuglio di rabbia e di calma: rabbia verso questa burocrazia, verso questo schifo di paese; ma anche calma esteriore, perchè so bene che una esplosione pubblica potrebbe pregiudicare l'evolversi delle procedure e portare a ritardi ancora maggiori.
E così mi sorprendo io stesso del vedermi calmo, seduto in un angolo di un ufficio polveroso, che avrebbe bisogno, più che di un'accurata pulizia, di uno spietato uso del lanciafiamme, per bruciare cataste di inutili e polverosi registri, quintali di stupidi documenti... insieme alle regole idiote che governano tutto questo.
Mantenere la calma, almeno esteriore, è fondamentale per il viaggiatore in paesi lontani e "strani"; ci si deve adeguare alle regole del paese attraversato, ma adeguarsi non vuol dire non giudicare, non disprezzare e non provare una repulsione quasi fica per quel che vedo.
Qualche rara volta, quando sento di avere il coltello dalla parte del manico, esplodo e colpisco, duramente, come quando ho fatto una "lavata di capo" all'impiegato dell'agenzia privata (che in questo momento lavora per me) che si è presentato all'appuntamento con un'ora di ritardo, o quando ho trattato ancora più duramente il faccendiere imbranato (dipendente di un'agenzia di Alessandria) che mi sta seguendo da una settimana, talmente imbranato che usa (male) il traduttore arabo-inglese anche per dirmi che ore sono.
Ma nel 99% del tempo sono calmo.
A proposito di esplodere di rabbia: manca una carta di non so cosa, quindi dobbiamo tornare in taxi all'ufficio dello spedizioniere in aeroporto a prenderla.
E prendiamola a ridere!
Ma, nel tragitto, mentre guardo sorridente quell'idiota del faccendiere, immagino a quale tortura potrei sottoporlo... ovviamente solo dopo che mi avrà consegnato la mia moto.
Preso il documento, torniamo al deposito della polizia.
Mi rimetto alacremente al lavoro per completare le procedure. Ovviamente l'avverbio alacremente è riferito solo a me, non a chi mi circonda, che continua a sprofondare nell'indifferenza e nel menefreghismo.
Chiedo insistentemente ai due faccendieri che mi assistono se riusciremo a completare prima che l'ufficio chiuda: loro mi rassicurano che oggi ce la faremo. Infatti... alle 14 l'ufficio chiude, con la mia moto dentro!
Domani!!!!!
Sì riprende domattina alle 9!!!
Riguardo lo spettrale deposito, ormai senza gente: mi piange il cuore a pensare che la mia moto passi una notte lì.
Domattina alle 9 sarò di nuovo qui per liberarla.
Ed è passata una settimana esatta, in questo schifo di paese.
Rivolgo un ultimo sguardo al deposito e agli uffici: io vincerò, cara burocrazia! Tu non l'avrai vinta. Io vincerò e tra poco me ne andrò da qui, libero, con la mia moto. E voi resterete nei vostri polverosi e inutili uffici!