Il Forum dei Motoviaggiatori

Scrivere in italiano corretto, Si dice o non si dice?

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view post Posted on 17/10/2016, 18:35
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Il regolamento del forum prevede che
CITAZIONE (Marcello Anglana @ 14/10/2012, 10:23) 
REGOLAMENTO DEL FORUM
1 - COMPORTAMENTO
...
O) Il forum è in italiano. Chi scrive è invitato a farlo in una forma corretta; non si pretendono post senza errori di ortografia o sintassi, ma almeno sforzatevi, per rispetto degli altri, di scrivere in modo corretto e chiaro. Si richiama in particolare l'attenzione su un uso, almeno minimo, della punteggiatura.
...

Confermo, ovviamente, quanto scritto e sottolineo che mai riprenderò qualcuno per qualche errore di ortografia (e invito tutti a comportarsi in questo modo): i contenuti sono più importanti della forma e, comunque, non sarebbe opportuno farlo.
Inoltre, come è stato scritto, "chi è senza peccato scagli la prima pietra". Tutti sbagliamo, chi più chi meno, a volte semplicemente per la fretta, e sono certo che nei miei post qualche errore c'è e permane anche dopo che li ho riletti (quando ne ho il tempo), sfuggendo quasi sempre qualcosa ad una revisione spesso frettolosa.
Ma è anche innegabile che leggere qualcosa, sia un report o una disquisizione tecnica, in un italiano corretto, è più piacevole che leggerlo se quello stesso scritto è "condito" da strafalcioni, inesattezze, assurdità grammaticali e simili.
Quindi, lo ribadisco, scrivete pure, non evitate mai di scrivere perchè avete timore di compiere qualche errore grammaticale o sintattico, ma sforzatevi, se non di eliminarli, almeno di ridurli. ;)
Ritengo però utile che siano date alcune indicazioni. A me sono state di aiuto "ai miei tempi": potrebbero esserlo ancora, per molti... me compreso, perchè non si deve dare mai nulla per scontato. Oviamente su internet potete trovare molte altre guide.
Un iscritto al forum mi ha ha chiesto di aprire questo topic come Admin; il contenuto del topic è di esclusiva responsabilità di chi scriverà i post.
Dopo il post successivo a questo, chiunque potrà intervenire. Ma vi prego di aspettare, appunto, il post successivo a questo, post che non sarà scritto dall'Admin.
Grazie dell'attenzione. :)
 
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view post Posted on 17/10/2016, 20:27
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Grazie Admin. :D
Abbiate pazienza, ma, prima di entrare nel merito, devo fare una premessa che riguarda un fatto personale, che però spiega perchè, in questo topic, userò come fonte (almeno spesso) un determinato libro.
Tanti anni fa (40 :rolleyes: ), appena iscritto al liceo, avevo un professore di italiano. Brava persona, sia dal punto di visto professionale che umano. Ma, riguardo una regola dell'italiano, io e lui avevamo opinioni diverse.
Chi mi conosce può immaginare come sia andata a finire: 5 anni di "duelli di fioretto" tra noi due, in cui alla fine... ebbi la meglio per sfinimento dell'avversario. :D
Racconterò la materia del contendere tra due post; per ora vi anticipo che nella "contesa" usai, a mio vantaggio, l'edizione del 1969 (avevo 6 anni quando uscì: mio padre me lo regalò durante la scuola elementare) del libro che indico qui di seguito.
"Si dice o non si dice" (qui la versione originaria, non più in vendita da parte dell'editore), Mondadori, anno 1969, autore Aldo Gabrielli. Qui l'ultima versione, scritta ovviamente non completamente da lui, ma curata da altri (forse un nipote), che non mi piace; anno 2013 (Gabrielli è morto nel 1978), editore Hoepli. Dico che non mi piace perchè ne ho letto uno stralcio su internet e, da quanto ho visto, si è persa la caratteristica migliore di quel libro, che rende grande Gabrielli: la capacità di andare dritto al cuore del problema, avanzando anche soluzioni "scomode", ma rigorose e inattaccabili, motivate, non conformistiche.
Considero Gabrielli un grande linguista, anche per questa sua capacità; mai ho letto un libro, sullo scrivere correttamente in italiano, più appassionante, utile, entusiasmante nella sua semplicità, ma assolutamente rigoroso, dalle spiegazioni logiche e contemporaneamente ricche di buon senso. E, qualità che ammiro di più in lui, che va dritto al nocciolo del problema, senza paura di dire cose scomode.
In questo topic cercherò, ogni giorno (più o meno) di presentare uno dei casi previsti da quel libro. Riporterò la soluzione indicata da Aldo Gabrielli, ma, essendo questo un forum, ovviamente ognuno potrà commentare e anche suggerire soluzioni diverse. L'importante è motivare.
E ovviamente siete liberi di analizzare altri casi, oltre a quelli che io presenterò, con altre fonti.
Nel prossimo post, il primo caso.
P.S. Ovviamente suggerisco l'acquisto del libro, possibilmente la versione del 1969, non quella del 2013.

Edited by Gold Wing - 17/10/2016, 22:33
 
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view post Posted on 17/10/2016, 21:12
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Qual è o qual'è?

Per risolvere il problema, si deve tenere ben distinta l'elisione dal troncamento.
L'elisione (esempio: l'uomo) si ha quando una parola è foneticamente fusa con la parola successiva. In questo caso si elide (con l'apostrofo) la vocale finale della prima parola: l'anima, l'ingegno, l'animale.
Il troncamento, invece (esempio: buon giorno) si ha quando si sopprime l'ultima vocale atona (cioè non accentata) di una parola che si trova davanti a un'altra parola cominciante con consonante: mar Tirreno, amor paterno, tal libro. A volte riguarda l'intera ultima sillaba atona di una parola: san Giovanni, gran cosa.
La differenza grafica tra i due (elisione e troncamento) è che, per indicare quest'ultimo, non si usa MAI l'apostrofo. E' infatti abbastanza intuitivo NON scrivere "amor'paterno", "gran'cosa".
L'inghippo però è quando abbiamo un troncamento in cui la parola troncata non è più davanti a una parola cominciante con consonante, ma con vocale. Allora nasce la confusione.
Avremo infatti che, in analogia agli esempi precedenti, qualcuno a volte scriva: qual'è, tal'è. Ma è ovvio che, così come nessuno scrive "signor'Antonio" o "mar'Adriatico" non si deve scrivere "qual'è".
Regola pratica per evitare errori di questo tipo. Se una parola privata della vocale finale può stare davanti a un'altra parola cominciante con consonante, è una parola troncata (quindi niente apostrofo); altrimenti è una parola elisa (quindi con l'apostrofo).
P.e. si deve scrivere "un asino" perchè si può dire "un cavallo"; "mar Adriatico", perchè si può scrivere "mar Tirreno". Questo è troncamento, senza apostrofo.
Ma si deve scrivere "un'asina", perchè non si può dire"un cavalla"; "buon'amica", perchè non si può scrivere "buon nemica". Questa è un'elisione, che richiede l'apostrofo.
Quindi si scrive sempre "qual è", senza apostrofo.

Una curiosità: prima l'apostrofo non esisteva. Si affermò solo nel '500. Il primo uso dell'apostrofo in un testo volgare a stampa si ebbe nel 1496, nell’edizione del dialogo latino del Bembo "De Aetna" (1496), stampata da Aldo Manuzio. Poi fu usato ampiamente nell'edizione del Petrarca, stampata dallo stesso Manuzio nel 1501. L'apostrofo fu preso dal greco: il latino, infatti, non conosce l'apostrofo.

Edited by Gold Wing - 18/10/2016, 08:17
 
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view post Posted on 17/10/2016, 22:13
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CITAZIONE (Gold Wing @ 17/10/2016, 21:27) 
...
Racconterò la materia del contendere tra due post...

Adempio alla promessa. :D
Io e il professore citato avevamo opinioni diverse sull'apostrofo in fin di riga. Lui sosteneva che non fosse ammesso, io invece ritenevo che nessuna regola, nè grammaticale o estetica, lo vieta.
In un compito di italiano, mi segnò errore. Protestai, ma lui non cedette.
Quel giorno, tornato a casa, mi documentai e, la mattina dopo, tornai in classe "armato" del citato libro "Si dice o non si dice?" di Aldo Gabrielli.
La spiegazione di Aldo Gabrielli è la seguente (questo caso non è di utilità pratica per il forum, perchè, scrivendo al computer, non abbiamo di questi problemi; ma è comunque interessante, oltre che utile in altri ambiti).

Dopo aver raccontato il caso di una dattilografa milanese che, per aver seguito il suo (di Gabrielli) consiglio, aveva subito una lavata di capo dal principale, :D e aver quindi accennato alla possibilità di non affrontare questo problema per evitare problemi simili ad altri, Gabrielli fa una riflessione molto interessante, che dimostra, secondo me, la grandezza del linguista e dell'uomo: "se non rispondiamo noialtri che ci gingilliamo con questi problemi da mane a sera, chi deve rispondere?"
Infatti, le grammatiche spesso tacciono su queste e altre questioni pratiche, gli insegnanti si rifanno alle grammatiche; e così tutto resta come prima e, quel che è peggio, alcuni compositori tipografici continuano a propinarci sconci come dello/uomo, una/aquila, tutto/altro...
La questione, infatti, riguarda soprattutto la scrittura a macchina e la stampa, soprattutto quest'ultima, dove tutte le righe devono essere perfettamente uguali. Le macchine compositrici hanno dispositivi speciali per portare la riga sempre alla misura voluta, ma ormai la gente si è così abituata all'abolizione dell'apostrofo in fin di riga e alla reintegrazione arbitraria della vocale elisa, che i compositori tipografici trovano più conveniente, nelle affrettate linee di un quotidiano, comporre "una/anima" o "dello/antico", anzichè perdere qualche secondo di più nella ricerca di una giustificazione tipografica conveniente; perchè, tipograficamente, è molto più sbrigativo scrivere mettere in fondo alla riga <<dello>> che <<dell'an>>.
Rispetto al tempo in cui scriveva Gabrielli (anni '60), ora ovviamente l'uso dei computer ha un po' cambiato il problema, perchè tutti i programmi di videoscrittura consentono facilmente di giustificare una riga, ma è rimasta quest'abitudine di non mettere l'apostrofo in fin di riga, anche perchè i programmi di video scrittura, per motivi tecnici, l'apostrofo in fin di riga non lo mettono. Ma non può essere un programma di videoscrittura a dettare le regole alla lingua italiana; anzi deve avvenire il contrario!
Alcuni linguisti condannano l'uso dell'apostrofo in fin di riga perchè la grammatica dice che non si può mai spezzare una sillaba (infatti nel caso di "dell'antico" la sillabazione è "del-l'an-ti-co"). Ma in queto caso la questione della sillabazione non si deve nemmeno considerare! Tanto vero che scrivere "dell'/antico" non richiede l'uso della lineetta, che è appunto il segno convenzionale della spezzatura sillabica!
Detto in parole povere: qui non stiamo dividendo due sillabe, ma due parole: "dell'/antico"! E nessuna regola può impedircelo!
Errore quindi sarebbe scrivere "dell'-/antico", ma non "dell'/antico".
Gabrielli cita un'edizione bodoniana dell' "Aminta", del 1787, con, già nell'introduzione, un "sull'/Istmo" che è un piacere guardarlo. :) E poi altri esempi, tra cui un vocabolario della Crusca del 1806.

Tornando alla mia "contesa" con quel professore di italiano, la mattina dopo io entrai in classe col libro di Gabrielli; mi appellai a lui, perorai la mia causa nel mio solito modo "logico e argomentato" e il professore dovette rassegnarsi che non c'erano motivi validi per considerare errore quello che avevo scritto nel compito.
Ma non era convinto e mi esortò comunque a evitare di scrivere in quel modo.
Ne presi atto, ma... per tutti i 5 anni di ginnasio/liceo, in ogni compito di italiano, io volontariamente spargevo numerosi apostrofi in fin di riga, spesso volontariamente distanziando le parole o ravvicinandole (in modo millimetrico, non contestabile, ovviamente), o scegliendo volutamente frasi con parole che potevano essere elise.
Il professore ovviamente capiva, ma non poteva obiettare nulla, perhcè io ero "protetto" dal Gabriell (poltre che dal mio implacabile argomentare: ero un rompiballe già allora :D).
Ad onor del professore e della sua correttezza, questo non influì sui miei ottimi voti, anzi credo che, segretamente, lui abbia apprezzato uno studente che, rispettosamente ma fermamente, gli teneva testa perchè convinto delle proprie ragioni, ma soprattuto in modo argomentato, :) Saluto il mio professore di itlaliano (ormai purtroppo non più in vita).

P.S. Nell'ultimo mio libro (Il Giro del Mondo...), c'è un apostrofo in fin di riga: alla fine anche il mio stampatore ha ceduto e mi ha accontentato. :D
 
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view post Posted on 17/10/2016, 23:11
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Cervello disabitato

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Apprezzo il topic, non si smette mai di imparare ed errori ne commetto un sacco pure io quindi grazie.
P.S. Comunque hai ragione sei e rimarrai un grande rompiballe :) :)
 
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view post Posted on 18/10/2016, 06:45
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Gli errori sono facili a farsi, io rileggo in genere ma qualcosa scappa.
Comunque gli errori quando leggo gli altri non mi disturbano, qui si scrive non potendo parlare e parlando qualche errore è normale farlo e non ci si dà poi tanta importanza.
Ben venga tuttavia da parte di ciascuno il proposito di migliorare.
Meglio scrivere facendo errori che non scrivere affatto.
 
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view post Posted on 18/10/2016, 08:02
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Sono lieto che il topic sia gradito, quindi continuerà. :D Un post al giorno, se ci riesco.
Un'anticipazione: NON parleró della differenza tra accento acuto " ’ " e grave " ` ".
Non lo farò non perché non esista (l'accento acuto indica una vocale chiusa, il grave aperta: si scrive quindi perché, non perchè).
Non lo farò per due motivi:
1) Non riesco mai a ricordare la differenza. :D
2) Non lo ritengo importante.
Sia chiaro, la differenza c'è, ma la ritengo più una sfumatura che un errore. :)
L'importante é che l'accento ci sia quando ci deve essere (o non ci sia nell'ipotesi inversa).
 
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IlarioB
view post Posted on 18/10/2016, 08:58




Argomenti molto molto interessanti, c'è sempre da imparare. Per me sicuramente si!
In attesa della nuova regola...

Edited by IlarioB - 18/10/2016, 09:58
 
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view post Posted on 18/10/2016, 08:58
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Marcello, fai bene a continuare, è gradito anche a me.
Ogni giorno ti leggerò.
Quella degli accenti vale anche per me.

Non sono tante le occasioni di scrivere, breve o lungo sia il testo.
Dopo oltre 11 anni di frequentazione di Forum vari, Motoviaggiatori e Mototurismo in particolare, mi rendo conto di non aver mai scritto altrettanto nei 55 precedenti (ho fatto la prima elementare come uditore a 5 anni e ho fatto un esame, il primo della mia vita, per entrare direttamente in seconda a 6 anni).
La mia prima pagella a quell'esame fu: tutti 10.
Poi in seguito sono affondato fino all' inferno (cacciato con vergogna dal Liceo Galvani di Bologna, prima Liceo, dopo che mi scoprirono aver fatto 40 firme false di mia madre per altrettante assenze) mi sono poi riscattato facendo la maturità classica come privatista ottenuta la promozione al III anno di Liceo, insomma non ho mai frequentato la III Liceo, sono passato a Medicina e mi sono laureato a luglio del sesto anno.

Essere un disgraziato è anche stata una bella esperienza, ma la soddisfazione più grande è stato ripigliare i miei vecchi compagni di Liceo e frequentare l'Università di nuovo insieme.

Mio padre non mi disse nulla, solo a settembre mi disse, tranquillo: vuoi riprovare a studiare o vuoi andare a lavorare?
Come sempre aveva capito bene come comportarsi, e non affrontò mai più il discorso.
 
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view post Posted on 18/10/2016, 09:15
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CITAZIONE (Marcello Anglana @ 17/10/2016, 19:35) 
Confermo, ovviamente, quanto scritto e sottolineo che mai riprenderò qualcuno per qualche errore di ortografia (e invito tutti a comportarsi in questo modo): i contenuti sono più importanti della forma e, comunque, non sarebbe opportuno farlo.

L'admin sei tu, ma non mi trovo molto d'accordo su questo punto.

Correggere gli errori degli altri, quando si fa in maniera garbata e giusta, serve soprattutto agli altri per crescere. A noi non serve a molto perchè il senso si capisce, ma chi sbaglia senza saperlo, continuerà a farlo se nessuno glie lo dice.

I correttori di bozze fanno quello di mestiere, e si 'permettono' di correggere anche illustri letterati.

Quindi penso che se l'atteggiamento non è sanzionatorio o ironico, la correzione è lecita e utile sempre, e chi viene corretto non deve offendersi per questo.

Il miglior modo per non sbagliare non è tanto scrivere, quanto leggere, il più possibile.
Io personalmente leggo una ventina di libri l'anno, da sempre. Mi piace e ogni volta imparo qualcosa di nuovo.

Comunque, anche io apprezzo questo topic, o thread che dir si voglia, per i contenuti e per come è stato impostato.

CITAZIONE (paolo2145 @ 18/10/2016, 09:58) 
...
(ho fatto la prima elementare come uditore a 5 anni e ho fatto un esame, il primo della mia vita, per entrare direttamente in seconda a 6 anni).
...

Tipico di noi 'gennarini' :D

Io però la primina l'ho fatta davvero, non come semplice uditore, perchè sapevo già leggere e scrivere, e contare fino a 20 sia a salire che scendere.
Ho ricordi molto nitidi della mia prima infanzia, ho imparato a scrivere con delle lettere magnetiche che attaccavo sulla piastra di lato della stufa a cherosene (non avevamo ancora il riscaldamento centralizzato a quel tempo, arrivò coi lavori fatti quando io avevo 6 anni).
 
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view post Posted on 18/10/2016, 09:28
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Topic che mi piace e molto utile. Io sicuramente faccio molti errori e non mi offendo se me li fanno notare, mi aiuta a cercare di non ripeterli.

Prendo nota di quello che viene postato, sintetizzando al massimo. Per adesso, ho:
*) Qual è o qual'è? Si scrive sempre qual è, senza apostrofo
*) Differenza tra accento acuto " ’ " e grave " ` " ? L' accento acuto indica una vocale chiusa, l’ accento grave indica una vocale aperta
 
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view post Posted on 18/10/2016, 09:40
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CITAZIONE (MarcoRideOn @ 18/10/2016, 10:28) 
Topic che mi piace e molto utile. Io sicuramente faccio molti errori e non mi offendo se me li fanno notare, mi aiuta a cercare di non ripeterli.

Prendo nota di quello che viene postato, sintetizzando al massimo. Per adesso, ho:
*) Qual è o qual'è? Si scrive sempre qual è, senza apostrofo
*) Differenza tra accento acuto " ’ " e grave " ` " ? L' accento acuto indica una vocale chiusa, l’ accento grave indica una vocale aperta

Interessante dissertazione sugli accenti in un documento della Treccani:

http://www.treccani.it/enciclopedia/acuto-...tica-italiana)/

Anche io non sapevo esattamente, e credo che su questo più o meno tutti sbagliano a scrivere, e qualche volta a pronunciare.

Ad esempio, i milanesi dicono perchè (e credo che tutti lo scriviamo), con la e aperta, mentre invece la paroa giusta è con la é chiusa:

www.scritturaprofessionale.com/perche-o-perche/

Non sapevo che la parola chiesa si dice con la e aperta, noi la usiamo chiusa.
 
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view post Posted on 18/10/2016, 09:58
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CITAZIONE (zivas @ 18/10/2016, 10:15) 
CITAZIONE (Marcello Anglana @ 17/10/2016, 19:35) 
Confermo, ovviamente, quanto scritto e sottolineo che mai riprenderò qualcuno per qualche errore di ortografia (e invito tutti a comportarsi in questo modo): i contenuti sono più importanti della forma e, comunque, non sarebbe opportuno farlo.

L'admin sei tu, ma non mi trovo molto d'accordo su questo punto.

Correggere gli errori degli altri, quando si fa in maniera garbata e giusta, serve soprattutto agli altri per crescere. A noi non serve a molto perchè il senso si capisce, ma chi sbaglia senza saperlo, continuerà a farlo se nessuno glie lo dice.

I correttori di bozze fanno quello di mestiere, e si 'permettono' di correggere anche illustri letterati.

Quindi penso che se l'atteggiamento non è sanzionatorio o ironico, la correzione è lecita e utile sempre, e chi viene corretto non deve offendersi per questo.
...

Credo che debbano essere fatte delle distinzioni.
Se qualcuno sbaglia usando una parola sbagliata, perché ne ha equivocato il significato, é legittimo e opportuno segnalarlo. P.e. pochi giorni lo hai fatto riguardo al termine "ascesa", che é sinonimo di salita e invece era stato usato come sinonimo di discesa.
Ma se l'errore é semplicemente ortografico (qual'é) e non incide sulla intelligibilità del testo, consiglio di lasciar perdere. Questo perché i livelli di scolarizzazione e anche solo di abitudine alla lettura/scrittura qui (come in quasi tutti i forum, che non siano specialisti letterali o scientifici) é molto diverso tra noi. Questo é un forum di moto: un errore é sempre un errore, in ogni contesto, ma cambia il modo in cui è opportuno farlo notare.
Anche perché, altrimenti, avremmo in molti casi l'effetto negativo che alcuni si tratterrebbero dallo scrivere o addirittura non scriverebbero più, per paura di essere ripresi. Non tutti sono come me, che, se tu mi riprendi per una mia imprecisione, ci rido sopra... o restituisco la "cortesia" appena ti becco io. :D ;) Alcuni sono più fragili, o anche magari un po' permalosi.
Allora, in questi casi, uso questo sistema, parlando in generale, "parlando a nuora perché suocera intenda", in modo che ognuno possa correggersi, migliorare: non diventeremo tutti dei letterati, ma possiamo tutti migliorare il nostro italiano e arrivare a un buon livello.
Poi, ovviamente, ci sono i casi limite. Se p.e. qualcuno continua a scrivere in un italiano pieno di errori, senza punteggiatura, con continui punti di sospensione, senza a capi, tanto che il post stesso é poco comprensibile, io intervengo e glielo dico, anche pubblicamente. Ma sono casi limite.

Edited by Marcello Anglana - 18/10/2016, 11:05
 
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view post Posted on 18/10/2016, 10:03
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CITAZIONE (Marcello Anglana @ 18/10/2016, 10:58) 
CITAZIONE (zivas @ 18/10/2016, 10:15) 
L'admin sei tu, ma non mi trovo molto d'accordo su questo punto.

Correggere gli errori degli altri, quando si fa in maniera garbata e giusta, serve soprattutto agli altri per crescere. A noi non serve a molto perchè il senso si capisce, ma chi sbaglia senza saperlo, continuerà a farlo se nessuno glie lo dice.

I correttori di bozze fanno quello di mestiere, e si 'permettono' di correggere anche illustri letterati.

Quindi penso che se l'atteggiamento non è sanzionatorio o ironico, la correzione è lecita e utile sempre, e chi viene corretto non deve offendersi per questo.
...

Credo che debbano essere fatte delle distinzioni.
Se qualcuno sbaglia usando una parola sbagliata, perché ne ha equivocato il significato, é legittimo e opportuno segnalarlo. P.e. pochi giorni lo hai fatto riguardo al termine "ascesa", che é sinonimo di salita e invece era stato usato come sinonimo di discesa.
Ma se l'errore é semplicemente ortografico (qual'é) e non incide sulla intelligibilità del testo, consiglio di lasciar perdere. Questo perché i livelli di scolarizzazione e anche solo di abitudine alla.lettura/scrittura qui (come in quasi tutti i forum (che non siano specialisti letterali o scientifici) é molto diverso tra noi. Questo é un forum di moto: un errore é sempre un errore, in ogni contesto, ma cambia il modo in cui è opportuno farlo notare.
Anche perché, altrimenti, avremmo in molti casi l'effetto negativo che alcuni si tratterrebbero dallo scrivere o addirittura non scriverebbero più, per paura di essere ripresi. Non tutti sono come me, che, se tu mi riprendo per una mia imprecisione, ci rido sopra... o restituisco la "cortesia" appena ti becco io. :D ;) Alcuni sono più fragili, o anche magari un po' permalosi.
Allora, in questi casi, uso questo sistema, parlando in generale, parlando a nuora perché suocera intenda modo che ognuno possa correggersi, migliorare: non diventeremo tutti dei letterati, ma possiamo tutti migliorare il nostro italiano e arrivare a un buon livello.
Poi, ovviamente, ci sono i casi limite. Se p.e. qualcuno continua a scrivere in un italiano pieno di errori, senza punteggiatura, con continui punti di sospensione, senza a capi, tanto che il post stesso é poco comprensibile, io intervengo e glielo dico, anche pubblicamente. Ma sono casi limite.

Sono d'accordo, ma credo che questo forum, anche per merito dell'impostazione data dall'Admin, sia popolato da persone intelligenti e di buon senso.
Chi non lo era se n'è già andato.
 
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view post Posted on 18/10/2016, 10:11
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CITAZIONE (zivas @ 18/10/2016, 11:03) 
... Sono d'accordo, ma credo che questo forum, anche per merito dell'impostazione data dall'Admin, sia popolato da persone intelligenti e di buon senso.
Chi non lo era se n'è già andato.

Anche questo é vero. :D
Diciamo allora, per chiudere la questione, che é opportuno pensarci bene prima di riprendere qualcuno pubblicamente per un semplice errore di ortografia e, se possibile, usare altri mezzi, meno "invasivi". ;)
 
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