| Sono da poco tornato da Roma, in moto, dove ho partecipato alle manifestazioni di sabato per la libertà. Vivo sensazioni contrastanti. Orgoglio. Sì, sono orgoglioso di aver partecipato a manifestazioni per difendere la libertà e reagire all'illegale oppressione di Stato. Felicità. Sono felice nel vedere che non sono solo. Tristezza. Sono triste nell'avere la conferma che tanti italiani ancora non si svegliano dal loro torpore. Rabbia. Sono sdegnato e disgustato nel vedere la repressione di uno Stato (e della polizia) contro cittadini che manifestano pacificamente, mentre invece si permette a pochi facinorosi, bene e facilmente individuabili, di creare disordini, che poi sono sfruttati ad arte per squalificare tutta la protesta. In pochi minuti hanno circondato, senza poi perdere mai di vista, il mio gruppo (che non rappresentava alcun pericolo), ma nessuno ha fermato un gruppo di gente pregiudicata, schedata e che "dovrebbe" essere ben controllata, mentre assaltava la sede nazionale del più grande sindacato italiano, dopo esserci arrivata in corteo. Ma ci prendono per scemi? Credono davvero che ci beviamo ogni sciocchezza? Sono cinquant'anni che ho fiducia nello Stato e nella polizia: mi spiace dire che, da oggi, non l'ho più. E il giorno dopo, oggi, parlano solo di queste isolate violenze: nulla delle migliaia di italiani che ha civilmente protestato Svegliatevi, prima che sia troppo tardi! Ci stanno rubando il futuro, ci stanno rubando la libertà!
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