| Abito un chilometro e mezzo appena fuori città, in aperta campagna, la mia strada privata immette nella provinciale (due corsie di 3,50 mt, una per senso di marcia) dove vige il limite di 70 Kmh, essendo costellata di accessi alle case private. La mia strada mi è sempre servita anche di accesso ai due capannoni della mia azienda, quindi da sempre ci immettiamo sulla provinciale con autocarri, trattori e anche grossi camion. Lo sbocco della mia strada è su un lungo rettilineo di circa 300 mt. ma circa 50 mt dopo un accenno di curva, quanto basta per coprire la visuale. La strada privata è segnalata da un cartello, oltre agli specchi che negli anni ho sempre sostituito a mie spese. Risiedo qui da 25 anni e fino dai primi tempi ho visto quanto fosse pericoloso immettersi in strada, specie quando si doveva attraversare la carreggiata, in quanto i veicoli che sopraggiungono non rispettano il limite di velocità e fanno lunghe frenate o peggio invadono la corsia opposta. Non vi dico come escono le moto dalla curva alla mia sinistra durante il weekend, spesso oltre i 140 kmh. Circa vent'anni fa, mentre uscivo con un camion di lunghezza di 11 metri per immettermi a dx sulla strada, e per fare questo, data la lunghezza del mezzo con la cabina invadevo la corsia opposta, vidi un missile passare tra la cabina e il rail davanti in uno spazio che non era un metro, rischiando o di spiaccicarsi contro il camion o di volare oltre il rail nella ferrovia sottostante. Dopo questo evento montai un sistema di impianto semaforico privato, coadiuvato da un laser rilevatore di velocità montato prima della curva e dotato di lanterna luminosa solo sulla mia strada privata. L'impianto, gestito da una centrale elettronica del tutto simile a quella dei semafori sulle strade, è tutt'oggi funzionante e non vi dico quante migliaia di euro mi è costato, ma credo di aver salvato la vita a centinaia di deficienti. In pratica e come avere un occhio prima della curva che mi avvisa che sta per arrivare un veicolo e mi fa scattare per tempo il semaforo rosso, poi appena la strada è libera ritorna giallo lampeggiante. Se il sistema è di grande aiuto per uscire dalla mia stradina, nulla può fare invece quando devo entrare (sulla strada non posso montare nessun segnale, essendo pubblica, e già per quello che ho fatto ho ricevuto le visite di tutte le forze dell'ordine, compreso i sindaci dei paesi confinanti). Quando si arriva dalla direzione in cui il mio accesso è sul lato della mia careggiata segnalo per tempo la mia svolta a dx, ma quando si arriva dall'altra parte la manovra è più pericolosa. Ieri stavo arrivando dal lungo rettilineo con la mia Goldwing, a circa 60 kmh e stavo per mettere la freccia e cominciare a spostarmi sulla sx della carreggiata per svoltare quando mi hanno superato due moto, una attaccata all'altra, passandomi a 30 cm. dal manubrio ad una velocità che stimo intorno ai 140/150 kmh. Se mi fossi appena spostato succedeva una strage. Mi si è gelato il sangue. Ho pensato ai miei figli, uno viaggia in Ape, l'altra fresca di patente, e tutta la gente che si sposta in maniera normale sulle strade, ignara che all'improvviso un deficiente con cervello sconnesso e dotato di un missile terra-aria (perchè queste sono le moto sportive che qualsiasi persona si può comperare) può porre fine alle loro vite. Chiudo dicendo che i 15 km che separano la mia cittadina da un altra della stessa dimensione, i quali attraversano le colline del Monferrato, quindi un susseguirsi di curve e brevi rettilinei tra salite e discese, sono un cimitero di motociclisti. Anche l'anno scorso, due km più in la di casa mia, uno è uscito largo da una curva stampando la sua faccia contro un camioncino. Questa gente non mi fa pena, solo rabbia. Molti sfogano lo stress accumulato durante la settimana nelle città, ora a livelli elevati anche per la sosta del Covid, usando le strade come una pista, ignari di tutto, esistono solo loro e la loro moto. Già a quest'ora sembra di essere vicino ad un circuito, gli scarichi aperti creano ulteriore disturbo e sconforto. Ovviamente guai ad andare in città in bici o a piedi, troppo rischioso, anche se la vicinanza lo permetterebbe. Inutile è stato rivolgersi alle forze dell'ordine, troppo impegnate a fare multe di posteggio in città o fare proprio niente. Concludo dicendo che che non sono un bacchettone, sono stato anch'io giovane e sono andato anch'io forte in moto, ma se sono qui a raccontarlo non è solo fortuna.
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