Panamericana 22.3/18.6.2017. Report sintetico, km 46.029

27.4.2017 - giovedì - giorno 39
Chunci (7.36) - Quito (18.16)
km 478, viaggio h 10.40, guida h 7.54 - tot. km 17.438


Devo tornare indietro per un tratto di strada per evitare le frane, ma sono comunque costretto ad affrontare diversi passaggi difficili nel fango. Una delle tappe più difficili, per le continue deviazioni e frane.

E’ come camminare sul sapone

28.4.2017 - venerdì - giorno 40
Quito (8.07) - Ipiales (Colombia) (18.29)
km 286, viaggio h 10.22, guida h 4.40 - tot. km 17.724


Uno dei momenti più attesi del viaggio: supero l’Equatore in moto. Per me è la prima volta, perché lo avevo già superato altre due volte in vita mia, ma mai in moto; infatti durante il Giro del Mondo del 2013 ho attraversato l’Equatore due volte, ma in entrambi i casi sull’oceano, quindi in aereo.
Interessante anche il grande mercato di Otavalo, nella piazza centrale della città.
Quasi due ore per attraversare la frontiera con la Colombia: mi fermo nella prima città, ormai è tardi per proseguire (qui all'Equatore il sole tramonta sempre alle 18).

A cavallo dell’Equatore (la linea segnata per terra che passa tra le mie gambe): sud alla mia destra, nord a sinistra. Foto scattata alle 10.25 ora locale, infatti il sole è a nord-est (guardate le ombre)

29.4.2017 - sabato - giorno 41
Ipiales (7.16) - Palmira (18.07)
km 481, viaggio h 10.51, guida h 8.07 - tot. km 18.205


Il percorso di oggi, molto tortuoso, si svolge tutta sulla cordillera colombiana, con strade su strapiombi, verde lussureggiante e cascate. Anche qui, nei tratti a pagamento, le moto non pagano. Un po’ di pioggia; qualche frana, ma meno dell’Ecuador.
La cosa più divertente della giornata è il parcheggio in albergo, in mezzo al corridoio, di fronte alla porta della mia camera: così mi hanno chiesto, così ho fatto.

Parcheggio in albergo, in mezzo al corridoio, di fronte alla porta della mia camera

30.4.2017 - domenica - giorno 42
Palmira (7.06) - Honda (18.01)
km 379, viaggio h 10.55, guida h 6.59 - tot. km 18.584


Purtroppo piove spesso e questo non mi consente di godere appieno del bel paesaggio, in particolare il programmato Parco Nazionale Los Nevados. Percorro la via del caffè, con sterminate piantagioni di caffè lungo i pendii, tra le montagne. Lunga sosta caffè, anche per sfuggire alla pioggia. Valico a m 3.700 presso il Vulcano Nevado del Ruiz (la cui eruzione provocò migliaia di morti alcuni anni fa): visibilità scarsa, sono dentro le nubi. Subito dopo giù a picco nel caldo afoso di Honda, nel fondovalle tra due cordillere, a m 200.
Oltre all’ammortizzatore sinistro ormai fuori uso, si sono di nuovo allentati cuscinetti di sterzo.

Scendendo dal Nevado del Ruiz

1.5.2017 - lunedì - giorno 43
Honda (11.17) - Bogotà (14.19)
km 160, viaggio h 3.02, guida h 2.54 - tot. km 18.744


Prima di partire per Bogotá, passo dall'ospedale di Honda, dove, gentilissimi ed efficienti come in Ecuador, mi tolgono i punti.
Oggi tappa breve, solo 160 km. Essendo festivo, troverò chiuso lo spedizioniere di Bogotá, quindi posso prendermela comoda.
Spettacolare la salita dalla valle del fiume Magdalena al crinale della cordillera, dove sorge Bogotá: in particolare la seconda parte della strada, che sale con un dislivello di 2.000 m (da m 847 a 2.848) in soli 37,3 km. Una salita non particolarmente ripida (il 5,4% di pendenza media), ma costante e soprattutto lunga, con una strada finalmente ottima, spesso a 4 corsie. La Gold Wing sale possente e regolare: in effetti ho problemi solo quando freno.

Scendendo verso il fiume Magdalena, attraverso le ripide strade del centro storico di Honda


Edited by Gold Wing - 29/7/2017, 15:47

2.5.2017 - martedì - giorno 44
Bogotà (7.33) - aeroporto Bogotà (10.25)
km 10, viaggio h 2.52, guida h 0.17 - tot. km 18.754


Passo prima dallo spedizioniere a preparare i documenti, poi, con un suo incaricato, porto la moto in aeroporto, dove aspetto inutilmente per 9 ore. Infatti la polizia, proprio oggi, ha cambiato il sistema informatico, che ovviamente è andato in tilt e quindi non mi hanno rilasciato il documento necessario per il volo.
Lo daranno domattina, ma non in tempo per la moto, che partirà il giorno dopo, giovedì 4 maggio, arrivando a Panamà alle ore 10.
Io partirò domattina, ho già il biglietto, ma senza moto è inutile: un altro giorno perso, dovrò tagliare qualcos'altro.

La moto viene caricata, con qualche difficoltà, nell'area doganale

3.5.2017 - mercoledì - giorno 45
Bogotà - Panamà (Panamà) (aereo, io: la moto il giorno dopo)
km 0, viaggio h 0, guida h 0 - tot. km 18.754


Sveglia prima delle 5, prima delle 6 sono in aeroporto, volo alle 8.22. Domattina partirà e arriverà (spero) la moto.
Approfitto della giornata senza moto a Panamà per visitarla a piedi: bello il centro storico (Casco Viejo).Caldo e umido insopportabile.
Per recuperare un paio di giorni di ritardo (compreso l'aereo di domani), decido di tagliare qualcos'altro nel prosieguo del viaggio.

Il centro storico (Casco Viejo) di Panamà

4.5.2017 - giovedì - giorno 46
Panamà (14.45) - Panenomè (18.24)
km 178, viaggio h 4.08, guida h 2.16 - tot. km 18.932


Alla dogana è la solita lotta con le carte e l'inefficienza e ottusità degli uffici, ma temevo peggio. Comunque, esco dall'aeroporto prima delle 15, quindi riesco a percorrere un po' di strada prima del buio.
Ridicola la scena all'ingresso dell'autostrada che permette di superare la città di Panamà. Scopro che si può pagare solo con una tessera... che non è in vendita qui, né all'aeroporto, ma solo in città. E come caspita ci arrivo in città se non mi fanno entrare in autostrada? Davanti al casellante mantengo la calma... per 2 minuti. Poi, innervosito dal caldo afoso e dalla ottusità delle regole panamensi, gli indico la sbarra davanti a me, che presenta un varco, piccolo ma sufficiente per la mia moto: "la vedi quello sbarra? adesso io passo, chiaro?!" Passo... e nessuno mi segue.

Il Canale di Panamà: inizia la seconda parte del viaggio, dopo 18.969 km e 45 giorni. Ancora altri 46 giorni e 27.050 km


Edited by Gold Wing - 30/7/2017, 21:34

5.5.2017 - venerdì - giorno 47
Panenomè (6.34) - Alajuela (Costa Rica) (18.39) (h -8)
km 695, viaggio h 13.05, guida h 8.36 - tot. km 19.627


Devo percorrere quasi 700 km per raggiungere il mio amico Nicola presso San Josè, in Costa Rica, quindi parto presto, deciso a raggiungerlo in serata.
Giornata tranquilla in mattinata. Entro in Costa Rica, perdendo solo 1h 40' in frontiera (sembra molto, ma da queste parti può andare peggio).
Nel pomeriggio, come accade quasi ogni giorno qui, piove molto, quindi rallento ed effettuo qualche sosta di sicurezza quando la pioggia è più violenta. Riesco ad arrivare in serata a casa di Nicola in Costa Rica. Finalmente un piatto di pasta cucinato come si deve!

Costa Rica: pioggia tropicale, puntuale, ogni pomeriggio.


Edited by Gold Wing - 31/7/2017, 22:57

6.5.2017 - sabato - giorno 48
Alajuela (8.18) - (Pozos) - Alajuela (Costa Rica) (14.21)
km 32, viaggio h 6.03, guida h 0.59 - tot. km 19.659


Col mio amico Nicola, vado da un suo amico meccanico (italiano) per cercare di rimediare almeno ad alcuni problemi della moto.
Non riusciamo a trovare un altro ammortizzatore compatibile, né c'è il tempo di rigenerarlo: inseriamo dei gommini per cercare di migliorare almeno un po'.
Stringiamo comunque i cuscinetti di sterzo, cambiamo olio e filtro olio. Ringrazio il meccanico per la sua disponibilità, anche perché... non vuole assolutamente nulla.
Torno a casa con Nicola nel primo pomeriggio, ma è inutile ripartire adesso: diluvia, come ogni pomeriggio qui.

Eccezionalmente, oggi due foto, perché ho due amici in Costa Rica.
Finalmente un piatto di pasta italiana cucinato come si deve! Con Nicola


Dal meccanico in Costa Rica

7.5.2017 - domenica - giorno 49
Alajuela (6.30) - Chinandega (Nicaragua) (17.44)
km 562, viaggio h 11.14, guida h 7.14 - tot. km 20.221


Le solite irregolarità della strada mi fanno ben presto capire che con i gommini nella sospensione sinistra ho risolto poco: forse ho il 20%... ad essere ottimisti. Comunque meglio che niente.
Tasse e mance per uscire dal Costa Rica, ma soprattutto per entrare in Nicaragua, dove (per la prima volta nel viaggio) devo pagare un faccendiere per il disbrigo delle pratiche; è probabile che poi lui divida la mancia con i doganieri, che mi sembrano molto corrotti. Comunque, avendo pagato, io aspetto all’ombra (c’è un caldo afoso), mentre lui gira per uffici.
Visito rapidamente Granada e Managua, che mi sembrano sì povere, ma pulite e ordinate, certo molto di più rispetto ai precedenti paesi dell’America Latina.

Managua. Il Nicaragua è uno dei pochi Stati che ha sostenuto prima Chavez (immagine in foto) e poi quel criminale del suo delfino e successore Maduro, presidente/dittatore del Venezuela