11.4.2017 - martedì - giorno 23
Oltre a continuare il report (con foto) della prime due settimana, oggi rivedo sulle mappe il percorso da fare, anche alla luce dei tagli per recuperare il tempo perso qui a Santiago: no Machu Picchu e Quito.
Finisco il bucato: ripartirò da Santiago con tutto il bagaglio pulito. Qui c'è un caldo secco con un bel sole e si asciuga tutto rapidamente.
Spero che domani arrivi il pezzo (ora è fermo in dogana) e non troppo tardi, così che lo possano montare il giorno stesso.
Santiago l'avevo già visitata durante il Giro del Mondo (sosta di 3 giorni per aspettare la moto dall'Australia) e per questo non l'ho girata molto in questa settimana di sosta forzata.
Ma sento di non poter ripartire senza ripassare da un luogo simbolo. E' una tiepida sera di inizio autunno, qui a Santiago quasi di fine estate, per il caldo che ha fatto durante il giorno. Ma ora si sta bene, la gente passeggia e i bar e i ristoranti sono affollati.
Anch'io cammino per le strade di Santiago, percorrendo poche centinaia di metri dal mio albergo a un ristorante qui vicino. Ma so che quelle poche centinaia di metri non sarà una passeggiata normale. So che in quelle poche centinaia di metri io incrocerò la storia. Non la storia fatta di monumenti, di grandi palazzi, di imponenti cattedrali. Ma la storia fatta dal sangue delle persone.
Sì, poco lontano dal mio primo albergo, posto proprio in Calle Londres, arrivo in Londres 38.
Londres 38 è un nome sconosciuto ai più, ma che vuol dire molto nella storia del Cile. Londres 38 è dove aveva sede un centro clandestino di detenzione e tortura della polizia segreta di Pinochet durante gli anni '70 della dittatura. Qui centinaia di persone furono detenute, interrogate, torturate e uccise.
Molti giovani, a cui ricordo sono inserite delle targhe metalliche nelle pietre del marciapiede.
Solo una foto. Qui non è la bellezza delle foto che conta, ma quello che rappresenta, quello che deve ricordare.
Solo una foto, del portone di ingresso di quel luogo infame.
Solo una foto, col grido di dolore di un genitore che qui ha avuto torturato il proprio figlio.
Perchè non si deve dimenticare: MAI.
Londres 38, sede della polizia segreta di Pinochet: "Aqui torturaron a mi hijo"