Il Forum dei Motoviaggiatori

Cipro: 30.7/22.8.2013 - Report completo

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view post Posted on 7/9/2013, 19:38
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Sono l’unica persona in tutta la spiaggia.
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Ci sono già circa 35°.
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Inizio il ritorno, attraverso lo stesso sterrato.
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Ci sarebbe in verità un’alternativa, prendendo dopo un paio di km (risparmiando quindi 4 km di sterrato) una strada asfaltata che sale (a sinistra) verso le montagne e il paese di Ineia (8 km), da dove poi rientrare sulla via principale con strada asfaltata, ma questa strada si presenta all’innesto con lo sterrato talmente malridotta che mi sfugge. Quando tornerò con l’auto starò più attento e la individuerò; immagino che, anche se con asfalto molto vecchio, sia percorribile senza problemi da una moto.
Incontro una coppia di simpatici russi in moto, anche se con abbigliamento assolutamente inadeguato (entrambi in pantaloni corti e canottiera, lei con infradito). Do loro indicazioni sulla strada per la spiaggia di Lara, avvisandoli di stare attenti con la loro moto custom allo sterrato.
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Tornato sull’asfalto, raggiungo la baia di Agios Georgios,
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con chiesetta,
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spiaggia e porticciolo,
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e ristorante (St George) sulla scogliera sopra la spiaggia, panoramico. Prendo nota per tornarci con la famiglia.
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(vista dal ristorante)
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La penisola di Akamas non ha altre strade su questo versante occidentale. Decido quindi ai attraversarla con una strada secondaria in quota, fino al versante orientale, da dove riprendere l’esplorazione costiera. La strada sale rapidamente.
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Edited by Gold Wing - 7/9/2013, 23:33
 
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Attraverso tranquilli paesini sulla montagne della penisola di Akamas, con taverne che invitano alla sosta.
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Superato un moderno e lussuoso residence, con piscina panoramica,
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inizia la ripida discesa verso il versante orientale della penisola di Akamas.
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VIDEO


Superato un centro balneare poco interessante (e affollato) giungo ai “bagni di Afrodite”, un giardino botanico con delle grotte sul mare dove secondo la mitologia la dea della bellezza incontrava i suoi amanti.
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Non ho il tempo (e la voglia) di visitarlo, e torno indietro lungo la costa.
Lunghe spiagge sotto le palme e
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piccole chiesette
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Sono ormai sulla costa nord di Cipro, vicino alla linea verde che separa le due parti di Cipro, quindi con la “Repubblica Turca di Cipro del Nord” (occupata dall’esercito turco) a pochi km.
Qui c’è una piccola località costiera (Kokkina, in turco Erenköy) che è stata occupata dall’esercito turco (nel 1974) e quindi fa parte della Repubblica di Cipro del Nord, ma non è collegata via terra al resto di Cipro del Nord: è quindi un’enclave nel resto di Cipro, collegata a Cipro del Nord solo via mare o aerea.
Un’altra particolarità è che la strada costiera, che la attraversa, è in pratica interrotta e non percorribile, perché i varchi via terra tra Kokkina e Cipro greca sono sbarrati e non transitabili (infatti si può passare tra Cipro Sud e Cipro Nord solo in alcuni punti, e solo da alcuni anni; prima era completamente impossibile).
I greco ciprioti hanno costruito una strada, che passa tra le montagne, per aggirare Kokkina e raggiungere quindi il territorio greco cipriota posto oltre Kokkina stessa.
Io però sono curioso (come sempre) e decido di percorrere la vecchia strada litoranea, che pare quasi abbandonata.
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Ben presto però giungo a un posto di blocco, dove un militare greco (o forse delle Nazioni Unite (che pattugliano tutte le zone di confine tra Cipro Nord e Cipro Sud) mi fa chiaro cenno di tornare indietro.
Ecco il posto di blocco fotografato da lontano.
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Strana situazione! Torno indietro lungo la stessa strada quasi abbandonata.
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E raggiungo la nuova strada principale.
Noto strani sterratoni sulle montagne, molto ripidi. Probabilmente piste tracciate per i militari, per tenere sotto controllo questa zona di confine.
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Edited by Gold Wing - 7/9/2013, 23:35
 
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La strada è molto tortuosa e piacevole da guidare.
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Alla mia sinistra, sotto lo strapiombo, il mare.
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e la zona occupata dai Turchi (il villaggio di Kokkina),
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Con chiari cartelli di divieto di avvicinarsi e di fotografare, divieto (quest’ultimo) che ovviamente io… non rispetto.
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Con lo zoom intravedo il viaggio turco di Kokkina e quello che sembra un eliporto, per i collegamenti col resto di Cipro nord.

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Continua la tortuosa strada tra le montagne, attraversando i Troodos, diretto a sud, verso Lemesos. Supero abbondantemente i 1.000 metri.

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Sono ormai sul versante meridionale dei Troodos. Altri paesini di montagna,
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monasteri (la seconda foto è il monastero Chrysorrogiatissa),
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e ritorno a Erimi.
Oggi il giro in moto è durato l’intera mattinata (mi serviva più tempo per esplorare la penisola di Akamas), quindi esco con auto e famiglia solo nel pomeriggio.
Visitiamo alcuni paesini di collina tra Lemesos e Larnaka, dove vendono interessanti prodotti artigianali (soprattutto merletti), in particolare Kato Lefkara.
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Nel paese di Pano Lefkara c’è un interessante e fornito negozio, dove apprendo che Leonardo da Vinci visitò Cipro e qui sono ancora prodotte le tradizionali tovaglie ricamate che ispirarono la tovaglia del famoso dipinto dell’Ultima Cena di Leonardo.
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Degna conclusione della giornata, con una abbondante cena a base di “meze” di pesce in un paesino sul mare (Zygi).
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Edited by Gold Wing - 7/9/2013, 23:36
 
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Giorno 13, domenica 11.8, Erimi - Monastero Stavovrouni - Erimi, km 147

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Stamattina punto a raggiungere il monastero di Stavovrouni, tra Larnaka e Nicosia.
Non ho molto tempo i km stimo che saranno, tra andata e ritorno, circa 150, oltre al tempo per l’ascensione a piedi al monastero e la visita. Prendo quindi l’autostrada fino a pochi km dal monastero.
Il monastero si erge, isolato, un una collina alta m 688 ai margini della pianura della Messaria. Lo avvisto fin dall’uscita dell’autostrada.
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La salita della collina è motociclisticamente piacevole. Incontro anche alcune bici: credo che loro soffrano il caldo più di me: certamente si stancano di più e rispetto questo loro sforzo, tanto più che, almeno questi, si comportano civilmente e non da padroni della strada come fanno a volte alcuni ciclisti.
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Il monastero è proprio in cima alla collina, ma, poco dopo il cancello di ingresso al piazzale, devo abbandonare la moto perché il la parte finale della salita devo farla a piedi.
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Nel piazzale c’è la chiesa di tutti i santi di Cipro e, pochi metri dopo, un secondo cancello, questo chiuso, che delimita l’area vera e propria del monastero. Le donne non possono superare questo cancello.
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Inizia la salita a piedi! Ripida, ma ne vale la pena. Anche se, accaldato, mi chiedo chi siano i numerosi privilegiati che salgono in auto.
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Arrivo in cima (in effetti si sono un po’ troppe auto). Forse l’affollamento è dovuto al fatto che oggi è domenica.
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Purtroppo non è possibile fotografare all’interno del monastero, quindi posso riprendere, oltre all’esterno, solo il panorama, che spazia sulla pianura della Messaria, fino al mare a sud e est, ai Monti Troodos a ovest, a Nicosia e ai monti verso Kyrenia/Girne a nord. Si vede anche la cima del monte Olympus (m 1952, terza foto)

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VIDEO: vedi tre messaggi sotto, qui #entry386012566

Il monastero è semplice, ma interessante, con una ricca cappella, posta proprio in cima alla collina. Oggi è affollato di fedeli, che si confessano presso i monaci.
Ridiscendo.
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Quando torno alla moto, arriva un gruppo di ciclisti (forse sono quelli che avevo superato salendo la collina: in effetti la salita è ripida).
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Tornato all’albergo, andiamo in auto alla spiaggia di Lara (quella delle tartarughe), che avevo visitato in moto ieri. I 6 km di sterrato in auto sono più semplici che in moto. A quest’ora (tarda mattinata) non è deserta come quando l’ho vista in moto (mattina presto), ma non è comunque affollata ed è sempre bella. Acqua caldissima.
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Pranziamo nel ristorante (trovato anche questo ieri, quando ero andato in “avanscoperta” con la moto), nella vicina baia di Agios Georgios.
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Edited by Gold Wing - 8/9/2013, 08:30
 
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view post Posted on 7/9/2013, 22:40
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Giorno 14, lunedì 12.8, Erimi - Famagosta - Erimi, km 265

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Oggi tutta la giornata in moto; devo infatti andare a Famagosta per informarmi sul traghetto di ritorno e Famagosta dista 120 km dall’albergo. Avviso quindi mia moglie che non tornerò per pranzo, ma non ci sono problemi: infatti questi giorni ho fatto il “bravo”, limitando l’uso della moto a 2/3 ore la mattina presto e portando la famiglia in giro con l’auto nel resto della giornata.
Comoda autostrada fino a dopo Larnaka, quindi mi dirigo all’interno, attraverso la base militare britannica di Dekelia, pochi controlli (solo dei turcociprioti in uscita dalla base, nel punto in cui entro nella Repubblica Turca di Cipro del Nord) e arrivo a Famagosta, distante pochi km dal confine.
Raggiungo subito l’agenzia marittima (avevo memorizzato il punto sul gps al mio arrivo domenica, quando era chiusa) e chiedo informazioni sui traghetti per la Turchia. Mia moglie e mia figlia partiranno con l’aereo da Larnaka sabato 17 mattina, quindi io voglio partire sabato sera o domenica, dopo averle accompagnate in aeroporto. So già che il porto di Girne è chiuso il sabato e la domenica, quindi non mi resta che trovare una nave in partenza da qui, Famagosta. La compagnia che ho preso per arrivare a Famagosta non ha navi verso la Turchia nel finesettimana (l’ho avevo chiesto già all’andata), ma probabilmente c’è un’altra compagnia che offre questo servizio.
Infatti all’agenzia mi dicono che non c’è nessuna nave sabato ma ce n’è una domenica sera, alle 20. Chiedo di fare il biglietto, ma mi dicono che non è possibile farlo prima: basta presentarsi in porto un’ora prima, alle 19. Chiedo il costo: appena 150 lire turche (circa 60 euro), meno della metà dell’andata! Un po’ perplesso dell’impossibilità di fare il biglietto prima, chiedo conferma, ma ripetono che basta presentarsi in porto alle 19: pagherò allora.
Bene, mi sono sbrigato presto; di tornare in albergo non se ne parla, proprio adesso che ho una giornata libera in moto! Decido quindi, visto che sono a Famagosta (che è piuttosto distante dalla mia base a Erimi), di visitare questa città.
Famagosta è una città strana. Era la città più ricca di Cipro nel XIII e XIV secolo, cominciò a decadere quando fu conquistata dai genovesi; era ricca anche al momento della conquista turca (1571), ma, dopo tale conquista, la città decadde completamente. Le sue numerose chiese gotiche (strano vedere questo stile in pieno mediterranea), molte in rovina e mai restaurate dopo la conquista islamica, le danno un aspetto spettrale, come di una città in rovina e abbandonata. Nonostante questo è comunque la seconda città della Repubblica Turca di Cipro del Nord, dopo la capitale Nicosia Nord.
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Le mura, quasi intatte, la circondano completamente ed è bello il panorama che si gode da esse, in particolare dall’angolo nord-est, vicino al mare. Cerco di salire sul castello di Otello (il torrione posto in questa zona, ma è chiuso e non c’è nessun segno di apertura della biglietteria).
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Comunque la vista è ottima anche dalle mura vicine.
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Riprendo la moto e percorro il centro, dalle mura,
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visitando alcune delle numerose chiese gotiche in rovina (qui San Giorgio dei Greci),
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e altri edifici
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con qualche difficoltà per le strade tortuose, i sensi vietati e le zone pedonali,

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giungo in vista della Cattedrale di San Nicola ora moschea Lala Mustafa Pasa.
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Parcheggio la moto in una via laterale.
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L’ampia piazza davanti alla moschea è pedonale. La chiesa fu costruita nel 1298/1312, trasformata in moschea dopo la conquista turca (1570???).
Durante l’assedio furono danneggiate i due campanili (che infatti adesso appaiono tronchi), accanto a uno dei quali fu poi costruito un minareto.
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Internamente, secondo l’uso islamico, è stata dipinta di bianco.
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Presenti anche qui le bandiere turca e turcocipriota.
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Interessante un antico (1299) ficus sicomoro di fronte alla moschea.
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Esco dalla città vecchia attraverso le mura,
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e raggiunga la piazza fulcro della città nuova, dove troneggia una grande statua del Padre dei Turchi (è questo il significato di Ataturk, onnipresente in Turchia), in mezzo alle solite due bandiere.
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La visita di Famagosta è finita, ma io voglio qualcosa di più. C’è qualcosa di più spettrale e inquietante delle grandi chiese gotiche in rovina da quasi mezzo millennio; c’è la città fantasma di Varosia, subito a sud di Famagosta (attaccata ad essa).
Prima della divisione di Cipro, Varosia era un fiorente centro balneare, di fronte ad alcune delle più belle spiagge dell’isola, piena di alberghi, gestiti da grecociprioti. Nell’agosto 1974, al momento dell’invasione turca, i greci scapparono, quasi solo con i vestiti che avevano addosso, convinti forse di poter tornare presto nelle loro abitazioni e nei loro alberghi. Da allora, Varosia (posta ormai molto vicina alla linea di confine e quindi inglobata tutta in una zona militare) è rimasta una città fantasma, inavvicinabile, dietro a chilometri di filo spinato e sbarramenti, sorvegliati dai militari turchi e della Nazioni Unite. Centinaia di edifici in rovina, che si sgretolano in anni di abbandono; abitazioni, grandi alberghi, chiese, tutto desolatamente vuoto, abbandonato. Un importante museo archeologico di cui non si hanno notizia, forse ormai irrimediabilmente depredato dei suoi tesori. Quasi 40 anni di totale abbandono. Immaginate una città come Rimini improvvisamente sgombrata dai suoi abitanti, abbandonata e in rovina. Un monumento all’assurdità della guerra e, secondo me, alla stupidità umana.
Ovviamente è vietato fotografare (numerosi sono i cartelli di divieto e molti militari vigilano), perché le più grandi malefatte dell’umanità non vogliono testimoni; e, altrettanto ovviamente, ho violato il divieto.
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Una piccola parte di Varosia (periferica) è ancora abitata, da poche persone. Nel lato mare c’è un solo albergo, nuovo, in funzione, presso il quale noto molte auto di militari (turchi e della Nazioni Unite, forse ospitati qui).
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Ma, a pochi metri dall’albergo aperto, riprendono gli edifici abbandonati.
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Ero preparato a queste scene, ma nessuna lettura, nessun racconto può dare le stesse sensazioni di percorrere queste strade.
Ritorno all’albergo a Erimi, con le immagine della Varosia abbandonata nella mente.
Pranziamo insieme e quindi porto la famiglia in una paese vicino, Kolossi, che ha un interessante castello.
Utilizzato dai Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme (trasferitisi a Cipro dopo la caduta di Gerusalemme; dopo la caduta di Cipro, andranno a Malta), era al centro di una zona (la Koumandaria) ricca per vigneti e coltivazione della canna da zucchero.

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Dal terrazzo ampio panorama sui dintorni.
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Solito ponte levatoio all’ingresso.
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L’adiacente edificio per la canna da zucchero.
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Chiudiamo la giornata con la solita mangiata di pesce, alla vicina spiaggia di Kourion. Questa volta però meno soddisfacente delle precedenti; nella spiaggia di Kourion, dei tre locali, preferite il secondo (nell’ordine in cui lo incontrate dalla strada che proviene da est); oggi questo (il Blue Beach) era chiuso e siamo andati al successivo.
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toscanoIGT
view post Posted on 7/9/2013, 23:14




In tano : chapeau , tanto per cambiare .
Mi spieghi , la sensazione che hai provato a Nicosia ? E può esserci un paragone con Gerusalemme ??
Finalmente a Instambul ..un pò di pioggia ( in una delle tue foto , eri su un ponte ) .
Al ritorno ..potevi chiamarmi , dato che sei transitato a due passi da me .... :angry: :D :D o , come al solito .. , andavi di fretta ?
 
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CITAZIONE (toscanoIGT @ 8/9/2013, 00:14) 
In tano : chapeau , tanto per cambiare .
Mi spieghi , la sensazione che hai provato a Nicosia ? E può esserci un paragone con Gerusalemme ??
Finalmente a Instambul ..un pò di pioggia ( in una delle tue foto , eri su un ponte ) .
Al ritorno ..potevi chiamarmi , dato che sei transitato a due passi da me .... :angry: :D :D o , come al solito .. , andavi di fretta ?

Grazie Marco.
In effetti la pioggia presa a Istanbul all'andata è stata fastidiosa, perchè si sommava al caldo e al traffico... e all'assenza di stazioni di servizio dove fermarmi per coprirmi (ho dovuto farlo in corsia di emergenza).
Nicosia è una città strana, per certi versi unica. No, non mi ha fatto venire in mente Gerusalemme, perchè Gerusalemme è una città in cui, anche se convivono (con tutti i problemi che sappiamo) diversi popoli, lingue, religioni, non ci sono divisioni, barriere, confini, è una città politicamente unita.
Mi ha richiamato piuttosto Berlino quando c'era ancora il muro e la divisione tra est e ovest (per quanto ho letto, perchè non l'ho visitata in quel periodo); con l'aggravante che il muro di Nicosia separa due popoli che sembrano sempre più divisi, e non un unico popolo, quello tedesco, che aspirava all'unità.
Per il ritorno, sì, andavo molto di fretta: avevo i minuti contati per arrivare all'agenzia dei visti di Roma prima che chiudesse. ;)
----------------------------------------------------------
P.S.
Ecco il video che mancava tre messaggi sopra (Giorno 13, domenica 11 agosto. Monastero di Stavovrouni):


Edited by Gold Wing - 8/9/2013, 08:27
 
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view post Posted on 8/9/2013, 07:53
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Giorno 15, ma. 13.8, Erimi, km 0

Oggi niente moto. Dedico l’intera giornata alla famiglia e decidiamo di tornare alla spiaggia di Lara (visitata due giorni fa), quella delle tartarughe.
Interessante il semplice centro informativo sulla spiaggia, che illustra le varie fasi, dalla deposizione alla schiusa delle uova, oltre a ospitare in un acquario alcune piccole tartarughe.
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VIDEO:


Sulla spiaggia i punti in cui le tartarughe Caretta caretta hanno deposto le uova sono ben segnalati, in modo che i turisti non le infastidiscano. Buon esempio di coesistenza tra protezione della natura e turismo, senza assurdi divieti.
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Giornata in spiaggia.
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Pranzo (pesce) nello stesso ristorante, nella vicina baia di Agios Georgios.

Edited by Gold Wing - 8/9/2013, 09:19
 
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toscanoIGT
view post Posted on 8/9/2013, 07:56




Grazie della risposta , e sinceramente avevo più in mente Gerusalemme , piuttosto che Berlino , infatti non ci avevo ( involontariamente ) pensato . Si a Berlino era come tu hai scritto , a Nicosia lo credo anch'io .
T'ho messo Nicosia anche per il fattore religioso . Deprime veder Famagosta e quel lato disabitato ...e che lo resterà per molto , lungo tempo .
 
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view post Posted on 8/9/2013, 07:59
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Giorno 16, mercoledì 14.8, Erimi, km 0

Anche oggi giornata di mare: torniamo a un'altra spiaggia che ci era molto piaciuta, la Spiaggia del Governatore, visitata 6 giorni fa. Pranzo, ovviamente a base di pesce, nello stesso ristorante sopra la spiaggia.
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view post Posted on 8/9/2013, 08:15
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Giorno 17, giovedì 15.8, Erimi - Troodos W, km 198

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Oggi torno a usare la moto per una parte della giornata, ma decido di invertire i tempi: prima con mia moglie a Pafos e poi, nel pomeriggio, in moto da solo in montagna. Infatti a Pafos voglio visitare l’importante centro archeologico (alcuni giorni fa avevamo visitato solo le Tombe dei Re), ed è meglio farlo nelle prime ore del mattino, per limitare gli effetti del gran caldo.
Il sito è molto interessante: Pafos era il centro più importante di Cipro in età ellenistica (faceva parte del regno tolemaico d’Egitto) e romana.
Molto belli i mosaici in diversi edifici.
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L’area è molto vasta; la vicinanza del mare mitiga un po’ la calura, ma… solo un po’.
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Nonostante il sole sia ancora basso, fa già molto caldo.
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Sono ancora in corso scavi e gli archeologi, con certosina pazienza, selezionano migliaia di reperti.
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Molti mosaici sono ottimamente protetti in un grande edificio costruito sopra le antiche costruzioni.
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Il teatro.
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Avrò perso 1 kg in sudore!
Pranzo in albergo, restituisco l’auto noleggiata (oggi scadono i 10 giorni del noleggio) e poi via, in moto, verso le montagne, i “soliti “Troodos” di cui oggi esplorerò qualche nuova strada.
Ma c’è un imprevisto. Già durante la (veloce) salita, noto un intenso traffico in discesa, di ritorno verso le città: mi viene in mente che oggi è Ferragosto e quindi anche qui, giorno festivo e dedicato alla gita, magari “fuoriporta”.
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Arrivato al paesino di Troodos, lo trovo pieno di turisti che riempiono i vari bar e ristoranti.
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Ma mi basta allontanarmi dai centri abitati per ritrovare la pace, tra le montagne e i boschi.
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In effetti da qualche paese, anche in montagna, sono costretto a passare, ma con la moto riesco a districarmi abbastanza agevolmente dal traffico vacanziero.
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Di nuovo solo tra le montagne.
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Mi dirigo verso il versante occidentale dei Troodos. La strada è abbastanza tortuosa, resta spesso in quota, con diversi saliscendi e piacevole da guidare.
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Simpatici paesini ogni tanto, arroccati sulle pendici delle montagne, questi finalmente liberi dal traffico del Ferragosto.
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Comincia la discesa, abbastanza ripida, sulla stessa strada dell’andata.
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Questa delle discese (e ovviamente salite) ripide, è una costante qui a Cipro, in particolare la zona dei Troodos. Sarà per la relativa piccolezza dell’isola (km2 9.251) e le altezze abbastanza rilevanti raggiunte (m 1.952 il monte Olympus), sarà per come sono costruite le strade, ma spesso mi capita di affrontare pendenze del 10% o superiori. La cosa non mi crea alcun fastidio in moto, poiché la Gold Wing non ha alcun problema ad affrontare anche le salite più ripide a velocità spesso superiori a quelle dei limiti; è anzi molto piacevole sentire il motore spingere, potente e progressivo, con l’altimetro che sale veloce e… gli ansimanti altri veicoli superati in pochi secondi. In discesa evito di utilizzare troppo i freni, usando una marcia bassa se necessario e guidando senza brusche accelerazioni.
Fa caldo, ma, ancora in quota, il caldo è sopportabile. Comunque ogni tanto ci sono delle sorgenti di acqua fresca.
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I Troodos sono ricchi di monasteri, qui fondati durante l’occupazione turca per sfuggire all’oppressioni degli invasori. Il più fiorente e opulento è quello di Kykkos:
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Il problema però è che adesso, per tornare a Lemesos e poi a Erimi, devo percorrere la stessa strada percorsa dalle migliaia di auto dei vacanzieri che tornano in città dopo la gitarella di Ferragosto: 30 km di fila pressoché continua, in discesa dalle montagne verso la costa! E’ meglio che non dico come ho percorso quei 30 km, per evitare il traffico; fortuna che c’era quasi sempre la corsia di emergenza e che i ciprioti non ostacolano i motociclisti in sorpasso!
Il sole ormai basso illumina le montagne; è già sorta la luna.
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Attardato dal traffico, rientro in albergo poco dopo il tramonto.
 
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Giorno 18, venerdì 16.8, Erimi - Troodos E, km 266

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Oggi, per la prima volta dopo 10 giorni, non ho l’auto, quindi nessun impegno per portare in giro la famiglia per Cipro (domani c’è l'aereo per il ritorno, quindi il noleggio l’ho preso solo per 10 giorni, fino a ieri appunto). Pertanto sono libero di girare in moto. :)
Decido di salire verso le montagne dei Troodos per poi passare sul versante orientale e scendere fino alla pianura della Messaria.
Nella salita scelgo una strada per me nuova, tortuosa, che costeggia un lago artificiale (nella prima foto la diga).
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Quello dell’acqua credo sia un problema a Cipro, almeno d’estate; ho letto però che hanno almeno in parte risolto con i desalinizzatori, oltre ovviamente grazie a bacini artificiali come questo.
Questa è una zona famosa per la produzione del vino; esistono anche delle strade del vino, con soste per assaggi nelle varie cantine; ma io (che non bevo vino) non sono interessato. Belli comunque i paesini della zona.
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Molto meno traffico di ieri e quindi strada più godibile.
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Supero lo spartiacque tra nord e sud e comincio l’esplorazione del versante nordorientale dei Troodos.
Ben presto però la strada scende in pianura e raggiunga la Messaria, la principale zona pianeggiante di Cipro, tra la catena costiera settentrionale (sullo sfondo nelle foto seguenti) e i Troodos.
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Ritorno verso sud e risalgo verso i Troodos da un’altra strada, sul versante orientale.
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Mi supera una moto. Ne ho viste alcune in questi giorni a Cipro, soprattutto in questa zona montuosa, ma non molte. Tutte locali, a giudicare dalla targa.
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Qualche sosta all’ombra, magari davanti a una chiesetta,
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altri paesi tra le montagne
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e torno nei pressi della base.
Ma è ancora presto per tornare in albergo. Non voglio già concludere questa mia prima giornata a Cipro interamente dedicata alla moto. Decido quindi di allungare verso sud, verso la penisola di Akrotiri, occupata quasi interamente da una delle due grandi basi militari britanniche, estremo punto meridionale di Cipro.
Provo a raggiungere il capo, ma non è possibile, perché la parte meridionale della penisola è inaccessibile e la strada è sbarrata dai militari britannici.
Esploro quindi il resto della penisola, una parte della quale è occupata da un grande lago salato (quasi in secca in questa stagione).
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Percorro uno sterrato che costeggia il lago, ma mi ricordo di aver letto di una cosa interessante in questa zona e quindi, appena vedo il cartello, svolto. Si tratta del monastero di San Nicola dei Gatti. Sì, è dedicato proprio al nostro amico felino! Qui i monaci (e le monache) raccolgono da anni i gatti abbandonati della zona, che infatti girano indisturbati per tutto il monastero. Bella la cappella (dove non si possono fare foto)
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Lo sterrato è piuttosto polveroso, ma decido di continuare verso il lago
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e ben presto lo raggiungo. Qui è asciutto, anche se non capisco se questa zona d’inverno si allaghi.
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Da qui la strada è appena accennata sull’ampia piana quindi si può scegliere qualunque traiettoria, fino ad arrivare alla lunga spiaggia.
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A pochi km vedo la città di Lemesos, a nord-est;
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La raggiungo con una strada prima sterrata, poi asfaltata, che corre tra il mare (a destra) e il lago (a sinistra).
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Da Lemesos,
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in pochi minuti torno all’albergo a Erimi, per pranzo.
Mia moglie e mia figlia hanno trascorso la mattinata tra la piscina e la preparazione dei bagagli. Mi rilasso un po’ in piscina e preparo i bagagli anch’io: domattina alle 5.30 si parte per l’aeroporto, quindi a letto presto.

Edited by Gold Wing - 8/9/2013, 09:49
 
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Giorno 19, sabato 17.8, Erimi (Cipro) - Big Sand Beach (Cipro Nord), km 404

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Sveglia prima dell’alba, il taxi prenotato arriva puntuale a prendere mia moglie e mia figlia e le accompagna all’aeroporto di Larnaka (circa 80 km); io seguo in moto.
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Una nota: dopo l’invasione turca, la capitale Nicosia non ha più un aeroporto, perché il suo vecchio aeroporto internazionale si trova nella zona cuscinetto delle Nazioni Unite, e quindi è inutilizzabile. Nella zona turca esiste un aeroporto, ma non è riconosciuto a livello internazionale (ospita solo voli dalla Turchia).
Arriviamo puntuali in aeroporto (ma quanto corrono in taxi a Cipro!) e, dopo averle aiutate nel check-in, saluto mia moglie e mia figlia e quindi… sono libero! Sono appena le 6.30 e ho tutta la giornata da dedicare ai giri in moto!
Parto quindi dall’aeroporto di Larnaka
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e via verso Nicosia (Lefkosia), la capitale.
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Ho già visitato Nicosia a piedi, dopo averla raggiunta in auto qualche giorno fa con la mia famiglia. Quindi Nicosia stavolta per me solo un punto di transito, per raggiungere la zona nord di Cipro, quella turca, da me inesplorata (a a parte Famagosta).
Il passaggio tra sud e nord è nella periferia occidentale di Nicosia. I controlli richiedono poco tempo.
Vedo in fondo al viale le bandiere turche e turco cipriote (e le montagne della catena costiera che mi separa da Girne, il porto della costa nord di Cipro).
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Mostro ai greci la carta di identità (non serve il passaporto) e poi ai turchi il passaporto, col prezioso foglietto dove sono annotati i timbri dei vari passaggi da nord e sud e viceversa.
Appena passata la frontiera, il cartello di benvenuto (in turco e inglese) riporta una frase di Ataturk, il padre della patria della Turchia, il fondatore della Turchia moderna: “Pace in casa, pace nel mondo”.
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Attraverso Nicosia Nord, ma sono in una zona periferica e ne esco subito, diretto verso ovest.
Sono nel pieno della pianura della Messaria, la zona più calda di Cipro (stretta tra la catena costiera a nord e i monti Troodos a sud). Mi colpisce l’abbondanza di locali notturni ai lati della strada, con insegne anche abbastanza “licenziose” per essere in una paese islamico (anche se profondamente laico).
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Punto verso la penisola di Korucam, interessante sia per motivi geografici (ho un debole per i capi e cerco sempre di arrivare al termine della terra) che etnici: vi risiede infatti una comunità di cristiani maroniti, arrivati qui nel XII secolo, al seguito dei crociati, con i quali prestarono servizio come ausiliari in Terrasanta (provenienti dal Libano, dove è ancora la più grande comunità di maroniti, e dalla Siria).
Lascio la via principale e mi inoltro nella penisola, notando come il cartello di benvenuto sia, eccezionalmente, in 3 lingue (oltre al turco e al diffuso inglese, anche in greco, lingua ormai praticamente sparita da tutta la segnaletica di Cipro del Nord).
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Arrivo a Kormakitis (il nome greco di Korucam), il paese principale della zona, dove è presente la comunità dei Maroniti.
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Dopo la divisione dell’isola, hanno dovuto scegliere se restare qui, ormai sotto sovranità turca, o emigrare; alcuni sono andati via, ma molti sono rimasti. Parlano ancora l’aramaico (la lingua parlata ai tempi di Gesù), sia pure arricchito da termini greci, turchi, francesi e italiani.
Nel centro del paese, la chiesa (San Giorgio), con la stele che ricorda la visita di “Sua Beatitudine Boutros Rai, patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente per i Maroniti – 11.2.2012”.
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Continuo verso il capo e in breve giungo al mare. Sono all’estremità occidentale della lunga catena costiera che corre parallela alla costa settentrionale di Cipro.
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La strada continua verso nord-ovest ancora per alcuni km, lungo il mare, attraverso il villaggio di Sadrazamkoy.
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Poi l’asfalto termina, ma stimo che siano pochi km per giungere al capo e continuo.
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Eccomi alla fine della terra, estremità della penisola di Korucam/Kormakitis: Capo Kormakitis. Ci sono solo due turchi che mangiano presso il vicino traliccio.
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I turchi sono molto gentili e mi offrono della frutta fresca. Noto però gli abbondanti rifiuti abbandonati presso il traliccio.
Ristoratomi, comincio il ritorno attraverso lo stesso sterrato.
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Raggiunto l’asfalto, punto verso il Capo dell’Apostolo Andrea, nella Karpasia, all’estremità opposta di Cipro, il punto estremo orientale (e settentrionale) dell’isola, alla fine della lunga penisola omonima. Sono 155 km in linea d’aria, circa 190 su strada, ma sono appena le 9.30 e quindi ho tutta la giornata a disposizione, poiché prevedo di fermarmi a dormire proprio da qualche parte nella Karpasia.
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La catena montuosa costiera caratterizza il nord di Cipro, correndo parallela al mare; non grandi altezze (la cima più alta raggiunge appena i 1.024 metri), ma molto vicina al mare e quindi con i versanti ripidi. Il turismo qui è ancora poco sviluppato, ma in rapida crescita e ci sono segni di una cementificazione della costa che spero resti sotto controllo.
Una bella baia presso le rovine della chiesa di Agios Georgios.
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Bella strada per la moto.
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Presso Kyrenia (il principale centro della regine e unico porto della costa settentrionale (l’altro porto di Cipro Nord, Famagosta, è sulla costa orientale), compio una deviazione all’interno, per visitare il castello di Sant’Ilarione.
Residenza estiva dei Re di Cipro (i Lusignano, che governarono Cipro dal 1192 al 1489), sorge in magnifica posizione, arroccato sulla cima di una montagna, sul crinale tra il mare a nord e la pianura della Messaria a sud. Salita breve ma ripida.
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Bandiere turco cipriota e turca come al solito bene in vista.
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Il panorama è semplicemente mozzafiato, sulla vicina Kyrenia, sul mare e sulla vicine montagne.
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Il castello, per la sua posizione e struttura, si dice sia servito di ispirazione a Walt Disney per il castello della strega cattiva nella Bella Addormentata.
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continua...

... continua

Prevedo una lunga salita a piedi. Fa molto caldo, ma, arrivato qui, non rinuncio. Mi tolgo il giubbotto, faccio il biglietto (pochi euro) e inizio la salita.
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Dopo aver visitato la parte inferiore, punto verso la sommità. La prima strada è sbarrata (è pericolante), ma trovo l’altra.
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Lungo la strada per arrivare al castello, avevo visto numerosi cartelli con divieto di fotografare, a causa della presenza di una vicina base dell’esercito turco. Ovviamente ho fotografato lo stesso e trovo questi divieti abbastanza ridicoli, visto anche che, da questo castello, posso vedere benissimo la base militare.
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Continuo la salita.
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Giungo alla torre sommitale, da dove si dice che il principe Giovanni di Antiochia abbia fatto gettare le due guardie del corpo bulgare, sospettate di volerlo uccidere.
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Ma qui vicino c'è la cima della montagna, inglobata nel castello: ovviamente non posso perdermela.
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Eccomi in cima, quota m 680 (il piazzale sotto dove ho parcheggiato la moto è a quota 600). Splendido panorama, a 360°, con la catena costiera che si protende verso est.
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Kyrenia è proprio qui sotto, sembra quasi di poterla toccare, col suo porticciolo.
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Anche la strada fatta a piedi è qui sotto, e riesco a vedere la moto lasciata nel parcheggio.
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Questo castello faceva parte di un sistema di difesa, insieme al castello di Buffavento (e est) e Kantara (ancora più a est). I tre castelli sono visibili (soprattutto accendendo fuochi) l’uno dall’altro, costituendo quindi un valido sistema di avvistamento e segnalazione. Nel ‘500 i veneziani si convinsero che era più opportuno avere fortificazioni costiere bene armate e quindi questi castelli furono abbandonati e finirono progressivamente in rovina.
Inizio la discesa.
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Al parcheggio la moto è oggetto delle solite, innocue, attenzioni.
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Scendo con la moto a Kyrenia. L’antico porto mi risulta essere zona pedonale, quindi cerco di avvicinarmi il più possibile in moto per poi visitarlo a piedi. Raggiungo il castello posso accanto al porto, da dove si ha una bella vista dell’antico porto. Unico approdo della costa nord di Cipro, ha perso importanza in epoca moderna a causa della ristrettezza del suo bacino e dello scarso fondale; è stato costruito poco a est un porto moderno, dove attraccano anche le navi dalla Turchia… e dove sarei arrivato io due settimane fa se il porto non fosse chiuso il finesettimana!
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La banchine del porto sono completamente ricoperte da ristoranti. Questo è anche il principale centro turistico di Cipro Nord; la gente sfrutta anche i piccoli balconi per mangiare all’aperto.
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Parcheggio la moto in una via vicina (di fronte a una moschea) e raggiungo il porto a piedi.
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Ma nel porto noto due grosse moto parcheggiate; a quel punto decido di arrivarci con la mia moto: se lo può fare una Harley, allora lo può fare anche una Gold Wing!
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Con molta attenzione a causa degli spazi ristretti, del fondo irregolare e scivoloso e della notevole pendenza, entro in porto con la mia moto.
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Scelgo un ristorante sul porto, con vista panoramica e mi godo un bel pranzo a base di pesce, con la mia moto parcheggiata sotto.
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Finito il pranzo (un po’ più caro della media a Cipro, ma pur sempre economico rapportato all’Italia), riprendo la moto ed esco da Kyrenia.
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Noto anche qui diversi casinò e locali notturni.
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Riprendo la rotta verso est, prima interrotta per visitare il castello di Sant’Ilarione, lungo la strada costiera: a sinistra il mare, a destra le montagne.
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Ho dei dubbi sull’ultima parte della strada che dovrebbe condurmi al Capo dell’Apostolo Andrea. Sulla carta è segnata sterrata, da ben prima del capo (stimo circa 30 km), oltre al fatto che anche la strada precedente è indicata come molto secondaria e abbastanza tortuosa.
Ma, già prima di Dipkarpaz (il centro principale della regione) la strada mi sembra rifatta abbastanza di recente e dopo pochi km noto che segue un percorso diverso dalla strada indicata sulla cartina, più rettilineo. La strada è comunque riportata sulla mie mappe gps, dalle quali comunque non riuscivo a capire se fosse asfaltata o no.
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Bene, questo renderà possibile il raggiungimento del capo in giornata, prima del tramonto.
Sono pochi i centri abitati di questa regione. Attraverso Yesilkoy, con una delle solite statue patriottiche, incorniciata dalle solite due bandiere turca e turco cipriota. Mi chiedo se l’esposizione di queste due bandiere sia regolata da una Legge a Cipro del Nord, tanto è costante è precisa, sempre appaiate, sempre perfettamente con la stessa evidenza (mai una prima dell’altra o più in alto o comunque più in vista).
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Passo accanto a un grande porto turistico, probabile preludio allo sfruttamento turistica di questa regione, il Karpas (o Karpasia in turco), finora fortunatamente rimasta quasi intatta.
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Calette, chiesette (in questa regione è rimasto qualche segno della presenza cristiana),
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un tratto di sterrato dovuto a lavori in corso (fortunatamente breve)
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e un’ottima strada
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mi porta a Dipkarpaz (il centro principale della penisola), dove vedo segni di coesistenza, almeno dal punto di vista architettonico, di cristiani e islamici (le chiesa viste qui al nord sono davvero poche), con un chiesa a pochi metri da una moschea. Peccato che la chiesa non possa suonare le sue campane.
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A questo punto abbandono la costa nord del Karpas. La nuova strada (come la vecchia), infatti, corre lungo la costa sud.
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Belle spiagge si susseguono alla mia destra, alcune con qualche insediamento turistico (poche, per fortuna, con grossi residence).
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Finisce la strada nuovo e comincia la vecchia, ma, per fortuna, qui ancora asfaltata. Continua le belle spiagge e comincio a notare alte dune di sabbia.
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La strada a volte si interna un po’.
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continua...
 
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