Giorno 14, lunedì 12.8, Erimi - Famagosta - Erimi, km 265Percorso su Google EarthPercorso in file gpxPercorso in file gdbOggi tutta la giornata in moto; devo infatti andare a Famagosta per informarmi sul traghetto di ritorno e Famagosta dista 120 km dall’albergo. Avviso quindi mia moglie che non tornerò per pranzo, ma non ci sono problemi: infatti questi giorni ho fatto il “bravo”, limitando l’uso della moto a 2/3 ore la mattina presto e portando la famiglia in giro con l’auto nel resto della giornata.
Comoda autostrada fino a dopo Larnaka, quindi mi dirigo all’interno, attraverso la base militare britannica di Dekelia, pochi controlli (solo dei turcociprioti in uscita dalla base, nel punto in cui entro nella Repubblica Turca di Cipro del Nord) e arrivo a Famagosta, distante pochi km dal confine.
Raggiungo subito l’agenzia marittima (avevo memorizzato il punto sul gps al mio arrivo domenica, quando era chiusa) e chiedo informazioni sui traghetti per la Turchia. Mia moglie e mia figlia partiranno con l’aereo da Larnaka sabato 17 mattina, quindi io voglio partire sabato sera o domenica, dopo averle accompagnate in aeroporto. So già che il porto di Girne è chiuso il sabato e la domenica, quindi non mi resta che trovare una nave in partenza da qui, Famagosta. La compagnia che ho preso per arrivare a Famagosta non ha navi verso la Turchia nel finesettimana (l’ho avevo chiesto già all’andata), ma probabilmente c’è un’altra compagnia che offre questo servizio.
Infatti all’agenzia mi dicono che non c’è nessuna nave sabato ma ce n’è una domenica sera, alle 20. Chiedo di fare il biglietto, ma mi dicono che non è possibile farlo prima: basta presentarsi in porto un’ora prima, alle 19. Chiedo il costo: appena 150 lire turche (circa 60 euro), meno della metà dell’andata! Un po’ perplesso dell’impossibilità di fare il biglietto prima, chiedo conferma, ma ripetono che basta presentarsi in porto alle 19: pagherò allora.
Bene, mi sono sbrigato presto; di tornare in albergo non se ne parla, proprio adesso che ho una giornata libera in moto! Decido quindi, visto che sono a Famagosta (che è piuttosto distante dalla mia base a Erimi), di visitare questa città.
Famagosta è una città strana. Era la città più ricca di Cipro nel XIII e XIV secolo, cominciò a decadere quando fu conquistata dai genovesi; era ricca anche al momento della conquista turca (1571), ma, dopo tale conquista, la città decadde completamente. Le sue numerose chiese gotiche (strano vedere questo stile in pieno mediterranea), molte in rovina e mai restaurate dopo la conquista islamica, le danno un aspetto spettrale, come di una città in rovina e abbandonata. Nonostante questo è comunque la seconda città della Repubblica Turca di Cipro del Nord, dopo la capitale Nicosia Nord.
Le mura, quasi intatte, la circondano completamente ed è bello il panorama che si gode da esse, in particolare dall’angolo nord-est, vicino al mare. Cerco di salire sul castello di Otello (il torrione posto in questa zona, ma è chiuso e non c’è nessun segno di apertura della biglietteria).
Comunque la vista è ottima anche dalle mura vicine.
Riprendo la moto e percorro il centro, dalle mura,
visitando alcune delle numerose chiese gotiche in rovina (qui San Giorgio dei Greci),
e altri edifici
con qualche difficoltà per le strade tortuose, i sensi vietati e le zone pedonali,
giungo in vista della Cattedrale di San Nicola ora moschea Lala Mustafa Pasa.
Parcheggio la moto in una via laterale.
L’ampia piazza davanti alla moschea è pedonale. La chiesa fu costruita nel 1298/1312, trasformata in moschea dopo la conquista turca (1570???).
Durante l’assedio furono danneggiate i due campanili (che infatti adesso appaiono tronchi), accanto a uno dei quali fu poi costruito un minareto.
Internamente, secondo l’uso islamico, è stata dipinta di bianco.
Presenti anche qui le bandiere turca e turcocipriota.
Interessante un antico (1299) ficus sicomoro di fronte alla moschea.
Esco dalla città vecchia attraverso le mura,
e raggiunga la piazza fulcro della città nuova, dove troneggia una grande statua del Padre dei Turchi (è questo il significato di Ataturk, onnipresente in Turchia), in mezzo alle solite due bandiere.
La visita di Famagosta è finita, ma io voglio qualcosa di più. C’è qualcosa di più spettrale e inquietante delle grandi chiese gotiche in rovina da quasi mezzo millennio; c’è la città fantasma di Varosia, subito a sud di Famagosta (attaccata ad essa).
Prima della divisione di Cipro, Varosia era un fiorente centro balneare, di fronte ad alcune delle più belle spiagge dell’isola, piena di alberghi, gestiti da grecociprioti. Nell’agosto 1974, al momento dell’invasione turca, i greci scapparono, quasi solo con i vestiti che avevano addosso, convinti forse di poter tornare presto nelle loro abitazioni e nei loro alberghi. Da allora, Varosia (posta ormai molto vicina alla linea di confine e quindi inglobata tutta in una zona militare) è rimasta una città fantasma, inavvicinabile, dietro a chilometri di filo spinato e sbarramenti, sorvegliati dai militari turchi e della Nazioni Unite. Centinaia di edifici in rovina, che si sgretolano in anni di abbandono; abitazioni, grandi alberghi, chiese, tutto desolatamente vuoto, abbandonato. Un importante museo archeologico di cui non si hanno notizia, forse ormai irrimediabilmente depredato dei suoi tesori. Quasi 40 anni di totale abbandono. Immaginate una città come Rimini improvvisamente sgombrata dai suoi abitanti, abbandonata e in rovina. Un monumento all’assurdità della guerra e, secondo me, alla stupidità umana.
Ovviamente è vietato fotografare (numerosi sono i cartelli di divieto e molti militari vigilano), perché le più grandi malefatte dell’umanità non vogliono testimoni; e, altrettanto ovviamente, ho violato il divieto.
Una piccola parte di Varosia (periferica) è ancora abitata, da poche persone. Nel lato mare c’è un solo albergo, nuovo, in funzione, presso il quale noto molte auto di militari (turchi e della Nazioni Unite, forse ospitati qui).
Ma, a pochi metri dall’albergo aperto, riprendono gli edifici abbandonati.
Ero preparato a queste scene, ma nessuna lettura, nessun racconto può dare le stesse sensazioni di percorrere queste strade.
Ritorno all’albergo a Erimi, con le immagine della Varosia abbandonata nella mente.
Pranziamo insieme e quindi porto la famiglia in una paese vicino, Kolossi, che ha un interessante castello.
Utilizzato dai Cavalieri dell’Ordine di San Giovanni di Gerusalemme (trasferitisi a Cipro dopo la caduta di Gerusalemme; dopo la caduta di Cipro, andranno a Malta), era al centro di una zona (la Koumandaria) ricca per vigneti e coltivazione della canna da zucchero.
Dal terrazzo ampio panorama sui dintorni.
Solito ponte levatoio all’ingresso.
L’adiacente edificio per la canna da zucchero.
Chiudiamo la giornata con la solita mangiata di pesce, alla vicina spiaggia di Kourion. Questa volta però meno soddisfacente delle precedenti; nella spiaggia di Kourion, dei tre locali, preferite il secondo (nell’ordine in cui lo incontrate dalla strada che proviene da est); oggi questo (il Blue Beach) era chiuso e siamo andati al successivo.