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Prendo la strada più breve, diretta verso il centro costiero di Bogaz, anche se il cartello ne indicano un’altra (più a ovest, che passa da Iskele), che mi sembra più lunga. Capisco subito perché è consigliata l’altra, perché questa è molto stretta, tortuosa e ripida. Non sono pentito però della scelta, perché in moto è divertente (questa strada l’ho scelta apposta perché è così!). In auto sarebbe stata una sofferenza.
Arrivo rapidamente alla costa,
a nord di Famagosta, e la seguo fino alla città dove, dopo essere sbarcato 13 giorni fa, mi imbarcherò stasera.
Passo accanto all’importante sito archeologico di Salamina, che era la più importante della 10 città-stato di Cipro (decadde prima nel periodo tolemaico e poi definitivamente dopo il periodo romano, quando subì le incursioni arabe e il porto si insabbiò), ma fa troppo caldo: non me la sento, dopo due ascensioni piuttosto faticose a due castelli in due giorni, di affrontare gli ampi spazi aperti del sito, sotto il sole con questo caldo. Pazienza se arriverò a Famagosta in anticipo: di Cipro ho visto abbastanza, di km ne ho fatti, posso permettermi di prendermela comoda.
Arrivo a Famagosta.
Vado subito al porto, anche se sono in netto anticipo, sperando che gli uffici siano già aperti per fare il biglietto,
ma già la guardia all’ingresso mi rimanda indietro, dicendomi che posso entrare nel porto solo 1 ora prima della partenza della nave (alle 19, appunto, come mi era stato detto lunedì). Strano sistema che, immagino, provocherà confusione e fila quando tutti i passeggeri si presenteranno 1 ora prima.
Quindi breve giro in centro
e mi fermo nella piazza davanti alla cattedrale/moschea.
Approfitto della luce migliore di 5 giorni fa (la facciata è esposta a ovest e ora è pomeriggio, mentrè lunedì era mattina) e faccio alcune foto alla cattedrale
e cerco un posto comodo per passare le ore che mancano all’imbarco. Cerco due cose: ombra e wi-fi.
Il problema è che a Cipro Nord (come avevo già notato ieri), non c’è l’abbondanza di locali che, nel resto di Cipro, offrono wi-fi gratuito (o al semplice “costo” di una consumazione). A ciò si aggiunge che, incredibilmente, pur essendo domenica e la piazza abbastanza piena di turisti, quasi tutti i locali sono chiusi! Chiedo perché, mi rispondo che è domenica!
Un turcocipriota si avvicina e mi accompagna in un vicino internet point, ma, non ho voglia di passare il tempo in un locale chiuso davanti a un pc e quindi torno in piazza. Trovo un comodo tavolo, all’ombra, con vista moto e cattedrale; le sedie sono bloccate da una catena, ma, sfruttando un po’ il lasco della stessa, riesco a sedermi comodo. Tiro fuori il mio pc e ci provo: trovo alcune reti wi-fi, ma sono tutte chiuse… tranne una e… mi collego!
Passo così un po’ di tempo, al fresco, riordinando alcune foto, salutando mia moglie e mia figlia via internet e aggiornando il mio diario di viaggio sul Forum dei moto viaggiatori, dove molti amici seguono il mio viaggio in diretta.
E’ ora di muovermi: raggiungo il porto.
Come temevo, c’è una certa confusione, ma riesco a fare il biglietto in tempi ragionevoli e soprattutto a districarmi nei meandri della burocrazia turco cipriota, tra timbri, piccole tasse e uffici sparsi qua e là.
Mi imbarco sul traghetto (diverso dall’andata). Stavolta non è pieno solo di TIR (comunque presenti in abbondanza), ma anche di auto. Siamo solo due moto (un turco di Mersin, la città dove attraccheremo); le leghiamo, poco aiutati dall’equipaggio.
La nave è affollata di famiglie turche con bambini; trovo uno scomodo posto su una poltrona e passo la notte riposando poco. Per fortuna c’è l’aria condizionata.