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Dalla cartina ora dovrebbe tornare sulla costa; è infatti segnata qui vicino una spiaggia che dovrebbe essere molto bella: Golden Sands Beach. Potrebbe essere un buon posto per passare la notte, in modo da avere tutto il tempo domani per raggiungere Famagosta per il traghetto.
Vedo un cartello; c’è scritto Big Sand Beach, ma credo si riferisca alla stessa spiaggia indicata dalla cartina (e dalla guida). Parla di ristorante e bungalow. Prendo nota ma decido di proseguire, per vedere se c’è altro (stimo infatti di essere solo all’inizio della spiaggia, piuttosto lunga).
Pochi altri km, nell’entroterra (il mare ancora non si vede)
e vedo un altro cartello, che invita alla spiaggia. Fino a che, improvvisa, la spiaggia appare alla mia destra.
Stupenda!
Proprio sulla litoranea, c’è un gruppo di bungalow. Accosto automaticamente, quasi rapito da quella visione.
Sono le 17, il sole è ormai basso, quasi di fronte ai miei occhi (qui la spiaggia è esposta a sud), ma la spiaggia è davvero bellissima.
E’ ancora presto però per fermarmi, quindi contatto il responsabile dei bungalow, mi accordo sul prezzo (€ 50, compresa cena di pesce e colazione, un po’ alto rispetto ad altre sistemazioni a Cipro Nord, ma comunque ottimo, visto anche il contesto), avvisandolo che tornerò tra 1 o 2 ore, e continuo verso il Capo dell’Apostolo Andrea.
Sulla strada avvisto alcuni asinelli che vagano liberi
e la moto “compie” un numero di km con 4 zeri.
Prima del capo però c’è un’altra cosa molto interessante da vedere: il Monastero dell’Apostolo Andrea. Il monastero è molto importante per i ciprioti di fede cristiano-ortodossa (cioè la componente greca della popolazione), che accorrono in gran numero in particolare il 15 agosto e il 30 novembre. Dopo la divisione il monastero ha passato un periodo molto difficile, poiché si è ritrovata nel pieno dell’area controllata dai Turchi e quindi nella impossibilità di ricevere i suoi fedeli, che provenivano in massima parte dal sud (abitato dai greci). Questo ha comportato gravi difficoltà per il monastero, che ha visto pertanto quasi azzerate le offerte ed è finito in uno stato di semiabbandono. A partire dal 1996 il governo turco cipriota ha permesso ad alcuni gruppi di grecociprioti di visitare il monastero in occasione delle due date (15.8 e 30.11) e infine negli ultimi anni, con la possibilità di attraversare la frontiera tra le due Cipro, è ripreso (almeno in parte) l’afflusso di pellegrini.
Adesso il monastero è in restauro e noto molti lavori in tutta l’area (finanziati dalle Nazioni Unite e dall’Unione Europea), anche se mi pare che procedano piuttosto lentamente e con poca intensità). In effetti, se non fosse per un nutrito gruppo di bancarelle e per i segni dei lavori, il monastero parrebbe proprio abbandonato.
A poca distanza, verso nord-est, vedo il Capo dell’Apostolo Andrea, mia meta finale.
Nell’area del monastero vedo molti asinelli che girano liberi, avvicinandosi ai turisti.
Riprendo la marcia verso il capo. Continuano le spiaggette alla mia destra, con qualche insediamento turistico.
e infine l’asfalto finisce e comincia lo sterrato. Stimo pochi km e comunque non è impegnativo. Vedo il capo davanti a me: in questi casi il timore, più che di cadere, è di forare o, peggio, danneggiare irrimediabilmente le gomme. Ma non sia mai che mollo per pochi km.
Non c’è nessuno sulla strada, tranne… un asinello.
Per fortuna non piove probabilmente da molto e quindi la terra è abbastanza compatta, sicuramente alla portata della mie stradalissime gomme.
Arrivo infine al capo, con la piccola altura sulla quale sventolano le solite due bandiere. Riconosco il suo profilo, già visto 13 giorni fa, al mio arrivo a Cipro, dal traghetto (vedi la prima foto qui sotto, del 4 agosto)
Vedo che la strada si biforca di fronte all’altura, con un ramo che vi sale sopra (molto ripida) e un altro (a sinistra) che sembra andare oltre, verso il mare. Poiché anche quest’ultima è in salita (anche se meno ripida) è un po’ malmessa, esisto un po’, temendo anche di trovarmi in zona militare (come sono spesso i capi, soprattutto qui a Cipro); passa un auto, proveniente dal capo (l’unica vista durante la percorrenza dello sterrato) e mi dice che posso percorrere la strada a sinistra.
Prestando molta attenzione (è davvero dissestata), procedo. Supero quindi l’altura e vedo una casetta bianca, probabilmente l’edificio del custode.
Lo supero e arrivo al capo. Qui termina Cipro. Siamo ad appena 100 km dalla Siria, che è lì, dritto a est, davanti a me.
Il custode, un militare turco, è molto contento di vedermi e non pone alcuna restrizione alle fotografie; anzi lui stesso si fa fotografare (e mi fotografa); probabilmente è contento di poter scambiare qualche parola con qualcuno (parla un po’ di inglese). E’ molto gentile e mi chiede da dove provengo.
Giro la moto e torno indietro.
Ritorno alla Big Sand Beach
e prendo possesso del mio bungalow. Questo è il panorama che vedo dalla finestra.
Ormai il sole è quasi al tramonto. Vado a cena nel semplice e tranquillo ristorante dei bungalow. Solo un altro tavolo è occupato; difficile immaginare un posto più tranquillo e bello.
La cena è semplice ma gustosa: un bel pesce arrosto, fresco, con abbondante contorno di insalate, patatine e altro.
La mia ultima giornata interamente a Cipro non poteva essere migliore.