Giorno 19, sabato 17.8, Erimi (Cipro) - Big Sand Beach (Cipro Nord), km 404Percorso su Google EarthPercorso in file gpxPercorso in file gdbSveglia prima dell’alba, il taxi prenotato arriva puntuale a prendere mia moglie e mia figlia e le accompagna all’aeroporto di Larnaka (circa 80 km); io seguo in moto.
Una nota: dopo l’invasione turca, la capitale Nicosia non ha più un aeroporto, perché il suo vecchio aeroporto internazionale si trova nella zona cuscinetto delle Nazioni Unite, e quindi è inutilizzabile. Nella zona turca esiste un aeroporto, ma non è riconosciuto a livello internazionale (ospita solo voli dalla Turchia).
Arriviamo puntuali in aeroporto (ma quanto corrono in taxi a Cipro!) e, dopo averle aiutate nel check-in, saluto mia moglie e mia figlia e quindi… sono libero! Sono appena le 6.30 e ho tutta la giornata da dedicare ai giri in moto!
Parto quindi dall’aeroporto di Larnaka
e via verso Nicosia (Lefkosia), la capitale.
Ho già visitato Nicosia a piedi, dopo averla raggiunta in auto qualche giorno fa con la mia famiglia. Quindi Nicosia stavolta per me solo un punto di transito, per raggiungere la zona nord di Cipro, quella turca, da me inesplorata (a a parte Famagosta).
Il passaggio tra sud e nord è nella periferia occidentale di Nicosia. I controlli richiedono poco tempo.
Vedo in fondo al viale le bandiere turche e turco cipriote (e le montagne della catena costiera che mi separa da Girne, il porto della costa nord di Cipro).
Mostro ai greci la carta di identità (non serve il passaporto) e poi ai turchi il passaporto, col prezioso foglietto dove sono annotati i timbri dei vari passaggi da nord e sud e viceversa.
Appena passata la frontiera, il cartello di benvenuto (in turco e inglese) riporta una frase di Ataturk, il padre della patria della Turchia, il fondatore della Turchia moderna: “Pace in casa, pace nel mondo”.
Attraverso Nicosia Nord, ma sono in una zona periferica e ne esco subito, diretto verso ovest.
Sono nel pieno della pianura della Messaria, la zona più calda di Cipro (stretta tra la catena costiera a nord e i monti Troodos a sud). Mi colpisce l’abbondanza di locali notturni ai lati della strada, con insegne anche abbastanza “licenziose” per essere in una paese islamico (anche se profondamente laico).
Punto verso la penisola di Korucam, interessante sia per motivi geografici (ho un debole per i capi e cerco sempre di arrivare al termine della terra) che etnici: vi risiede infatti una comunità di cristiani maroniti, arrivati qui nel XII secolo, al seguito dei crociati, con i quali prestarono servizio come ausiliari in Terrasanta (provenienti dal Libano, dove è ancora la più grande comunità di maroniti, e dalla Siria).
Lascio la via principale e mi inoltro nella penisola, notando come il cartello di benvenuto sia, eccezionalmente, in 3 lingue (oltre al turco e al diffuso inglese, anche in greco, lingua ormai praticamente sparita da tutta la segnaletica di Cipro del Nord).
Arrivo a Kormakitis (il nome greco di Korucam), il paese principale della zona, dove è presente la comunità dei Maroniti.
Dopo la divisione dell’isola, hanno dovuto scegliere se restare qui, ormai sotto sovranità turca, o emigrare; alcuni sono andati via, ma molti sono rimasti. Parlano ancora l’aramaico (la lingua parlata ai tempi di Gesù), sia pure arricchito da termini greci, turchi, francesi e italiani.
Nel centro del paese, la chiesa (San Giorgio), con la stele che ricorda la visita di “Sua Beatitudine Boutros Rai, patriarca di Antiochia e di tutto l’Oriente per i Maroniti – 11.2.2012”.
Continuo verso il capo e in breve giungo al mare. Sono all’estremità occidentale della lunga catena costiera che corre parallela alla costa settentrionale di Cipro.
La strada continua verso nord-ovest ancora per alcuni km, lungo il mare, attraverso il villaggio di Sadrazamkoy.
continua...