Posts written by Gold Wing

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Sono ormai quasi al confine con la provincia di Brindisi e per oggi mi pare abbastanza. Torno quindi verso sud, ma decido di fermarmi presso un monumento molto importante, posto 4 km all'interno: l'Abbazia di Santa Maria di Cerrate.
E' un luogo splendido, purtroppo spesso non visitabile, ma che forse, anche per la solitudine che generalmente la circonda, è ancora più affascinante.














Da qui pochi km di strade secondarie e torno a casa, alle 12.52... anche oggi in tempo per il pranzo.
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Riparto verso l'ultima marina leccese a nord: Casalabate. Anzi non più! Infatti nel 2012, dopo anni di richieste, il Comune di Lecce l'ha ceduta ai Comuni di Squinzano e Trepuzzi (in cambio in un territorio equivalente all'interno). Questo era il desiderio degli abitanti della marina, quasi tutti di quei due paesi, per i quali rappresenta l'unico sbocco al mare. Quindi ora Casalabate, anche se territorialmente non contigua a Squinzano e Trepuzzi, fa parte di quei due comuni (è divisa circa a metà tra di essi).










Ecco il minuscolo porto di Casalabate.




Di Casalabate mi colpisce piacevolmente il bel lungomare, con accanto una lunga pista ciclabile (in blu nelle foto sotto); me la ricordavo più "dimessa"; forse il passaggio di Comune le ha fatto bene.








Ed ecco l'immancabile torre, posta a guardia dalle scorrerie dei turchi.




Vicino alla torre c'è un piccolo scalo d'alaggio, che porta a un deposito di barche vicino.


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Un po' di sterrato semiallagato non è un grosso problema per la mia bici, anche se certo con la mountain bike che avevo prima sarebbe stato più semplice.


Non cado e arrivo alla successiva marina leccese, segnata dall'ennesima torre costiera (che, come al solito, le dà il nome): Torre Rinalda.






E' l'ora di un caffè e per fortuna qui vicino c'è un bar... aperto.
Assaporo il caffè davanti a una porta con vista mare: le cose più semplici a volte sono le più belle.




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Punto dritto a nord, per continuare il giro dal punta più a nord raggiunto ieri, cioè la marina leccese di Torre Chianca.
La raggiungo da una strada secondaria, poco trafficata. Queste marine d'inverno hanno un fascino particolare e, fatta attenzione alle strade a volte dalla manutenzione precaria e con un po' di sabbia portata dal vento che spazza le vicine spiagge, sono molto belle; certo d'inverno si apprezza molto la tranquillità, lontano dalla folla e dalla confusione estiva.
Eccomi davanti alle dune di Torre Chianca: non c'è quasi nessuno.








Mi sposto poco più a ovest, sempre a Torre Chianca, presso un bacino costiero lacustre.








Il ponte non è transitabile, per lavori in corso.










Trovo un'altra strada e un altro ponte per attraversare il canale e giungere sull'altra sponda.
Fauna locale che nuota nel canale.
















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Immagino che il tuo modello sia quello senza airbag e che per questo quello spazio sia adibito a portaoggetti. Avendo avuto io il modello con airbag, posso solo confermare che gli altri sportelli e bauli si bloccano quando ti allontani, quindi presumo debba accadere lo stesso con questo. Probabilmente è necessario il passaggio da un meccanico competente.

Bella moto Alberto! Di dove sei? Dove ti ha portato di bello la moto (non necessariamente questa)?

In questo forum il regolamento prevede la presentazione obbligatoria, nella apposita sezione, prima di postare.

Parto da casa alle 8.42. Poco prima di ieri, ma anche oggi me la sono presa abbastanza comoda; e poi noto che, anche se pure oggi è soleggiato (arriverà a 18°), la mattina presto è piuttosto freddo, anche perchè qui il sole è sorto solo da h 1.36 (alle 7.06).
Oggi voglio visitare la parte nord delle marine leccesi, completando così il giro di ieri. Punto deciso verso nord e una comoda pista ciclabile mi aiuta a uscire velocemente da Lecce (ce ne sono alcune fatte bene anche qui a Lecce, ma purtroppo mal collegate tra di loro, oltre alle solite fatte con i piedi). Comunque il traffico è scarso.


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Domenica 24.12.2023 - km 64,47 - dalle 8.42 alle 12.52 (h 4.10, media km/h 15,47) - in movimento h 2.51.35 (media km/h 22,54)
Cliccando sull'immagine sotto, si apre Google Maps, ma con la mappa che riporta entrambi i giorni: il 24 è quello blu.
In senso antiorario.


Velocità (il tempo in movimento indicato qui è calcolato dall'app del telefono, quindi comprende anche il movimento che ho fatto a piedi, col telefono in mano p.e. per scattare foto, non significativo per il calcolo della velocità media, che infatti qui è inferiore a quella tenuta in bici; il tempo e la velocità calcolati invece dal computer della bici sono quelli riportati nel primo rigo).


Altimetria (in blu) e velocità.


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Edited by Gold Wing - 4/1/2024, 22:24

Questo primo giro lungo con la bici mi serviva anche a testarne il funzionamento e soprattutto l'autonomia. Sono molto soddisfatto.
Ho percorso km 72,28 e ho consumato solo due tacche (su cinque) della batteria; non ricordo quando esattamente si è spenta la quarta tacca, ma comunque, essendo la terza ancora accesa, posso stimare un'autonomia residua tra il 40 e il 60% (calcoli più precisi li ho fatti in un giro più lungo, il 26).




I 72,28 km sono stati percorsi sempre col motore alla massima potenza (5/5, come in foto); scherzando, ma non troppo, dico sempre al mio meccanico, che mi consiglia di usare acnhe le potenze inferiori per fare più attività fisica: l'ho pagata tutta, la voglio usare tutta!
Questo è il video Relive del giro:


E tra poco posto il report del giro del giorno dopo (la vigilia di Natale): le marine leccesi nord!

Edited by Gold Wing - 4/1/2024, 22:24

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Arrivo a Torre Chianca e mi fermo presso una delle tanti torri costiere che costellano la costa salentina, erette nel XV e XVI secolo, vedette di fronte alle scorrerie dei turchi. Le torre, come in questo caso, spesso danno il nome alla località.




Vicino alla Torre, un cartello mostra alcuni percorsi cicloturistici del Comune di Lecce (non tutti sono piste ciclabili, molti sono "misti" o solo strade poco trafficate).














Torno verso sud, seguendo però una strada diversa dall'andata, percorrendo tranquille strade comunali, nella tranquilla e soleggiata (si arriva a a 19°!) pianura leccese.
Arrivo a casa alle 13.21... in tempo per il pranzo.
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Da San Cataldo punto verso nord, lungo la litoranea. La presenza del grande poligono di tiro di Torre Veneri (contro il quale lottiamo da anni, che deturpa la costa e la inquina, sparando proiettili anche in mare, oltre a creare gravi limitazioni alla navigazione) costringe la litoranea ad un'ampia curca per aggirarlo.
Arrivo a Frigole, un'altra marina leccese. Anche qui c'è una darsena... in condizioni pietose come quella di San Cataldo, anche se per altri motivi: la barche non possono stare in acqua e sono tutte a terra, con conseguente aggravio di costi e limitazione nell'uso.






Arrivo a nord fino al vicino bacino di Acquatina (collegato alla darsena, ma inaccessibile via mare da essa), zona lagunare in passato usata per l'allevamento ittico.






Qui la strada finisce, quindi torno sulla litoranea e continuo verso nord.
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Grazie.
No, è un riempitivo in attesa che la barca sia pronta, con la quale penso di viaggiare ogni volta che sia possibile, anche nei buoni finesettimana invernali. Ormai mancano pochi giorni al nuovo varo. Poi userò la bici quando le condizioni meteo saranno ostili per la vela, oltre che ovviamente ogni giorno per gli spostamenti cittadini. Oggi comunque 87 km fino a Capo d'Otranto e ritorno... ma di questo parlerò in un altro racconto.

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Dalle Cesine percorro la litoranea e in pochi km arrivo a San Cataldo, la spiaggia dei leccesi (dista solo 10 km, di strada rettilinea, da Lecce).
E' una splendida giornata di sole, ormai caldo, e dalla rotonda sul mare ammiro il mare, dove diverse derive stanno veleggiando (per un anno ho tenuto il mio catamarano Hobie Cat qui).






Continuo puntando verso il faro.




Si vedono i resti del porto di Adriano (I/II sec. d.C.), col molo a L che si protende nel mare (ne resta solo l'estremità meridionale).


Immagine da Google Maps (il molo, parzialmente sommerso, è sulla destra).


Raggiungo quindi il faro


e la Darsena. Piange il cuore a vedere una risorsa preziosa per il territorio giacere così abbandonata.
Dopo lunghi e costosi lavori, non si è ancora risolto il problema delle alghe, che rendono la darsena quasi inagibile, rendendo vano il dragaggio del fondo a circa 2 m. E quindi resta così, inutilizzata, in attesa che qualcuno decida (e faccia) qualcosa!
Guardo con tristezza i moli, nuovi, attrezzati e pronti, ma inutilizzati.


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Parto da casa alle 8.54. Avrei voluto partire prima, ma me la sono presa comoda... e dovevo trovare l'abbigliamento da bici non usato da un anno!
Infatti, anche se questa bici si guida bene anche in abiti normali (ci vado ogni giorno in ufficio e 6 giorni fa ho percorso 43 km tra Lecce e il mare), con l'abbigliamento da bici (soprattutto gli utilissimi pantaloncini) è meglio.
Temperatura mite: non ho con me il termometro, ma arriveremo a 19°, anche se ora il sole è ancora basso è deve scaldare (stimo poco più di 10°). Abbigliamento invernale, con maglietta termica, pantaloni corti con gambali mobili, maglietta sopra e giacchetta leggera, guanti, occhiali e ovviamente casco.
Punto verso la Riserva Naturale Le Cesine, posta sul mare, nel vicino Comune di Vernole. Per arrivarci percorro stradine secondarie (tutte asfaltate), numerose in questa zone, che mi permettono di evitare il traffico (e i pericoli) delle strade principali. Attraverso anche il comune di Lizzanello, con la sua frazione di Merine).
La prima sosta è, immancabile, presso l'incantevole borgo fortificato di Acaya (una delle numerose frazioni di Vernole), col suo splendido castello.
Il castello.




Entro nel borgo.




Da Acaya, sempre per strade secondarie, arrivo alle Cesine. Qui per la bici è una pacchia, perchè la vecchia litoranea, che attraversava la riserva, da moli anni è stata chiusa al traffico motorizzato e quindi è percorribile solo a piedi e... in bici.
La riserva è composta da stagni e paludi costiere e da una fitta pineta retrostante, che attraverso in bici.


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