| Stamattina sono partito da Wiseman, dopo la colazione delle 8. Saranno state circa le 9. Cielo nuvoloso, ma non piove. Freddo, ma sopportabile (decisamente sopra lo 0, circa 8°). I primi km, lo sapevo, non sono un problema, perché asfaltati. Dopo una trentina di km, come previsto, arriva lo sterrato, che dovrebbe durare fino a Deadhorse: quasi 340 km. Si presenta subito impegnativo: i tratti migliori sono quelli sassosi e pieni di buche; i migliori. Ma purtroppo sono pochi. Le buche le posso evitare, i sassi li schivo, sulle pietre, fino a una certa dimensione, posso anche passare con la moto. Ma il fango no. Probabilmente stanotte ha piovuto e comunque, più a nord vado, più neve vedo intorno. E la neve, quando si scioglie, forma acqua... e con la terra fango. Credo ormai che non siano (o non solo) gli addetti ai lavori stradali: no, qui l'acqua è proprio naturale e il fango pure. Certo, poi ci si aggiunge anche la terra dei lavori stradali, portata dalle ruspe e accumulata in alcuni tratti, ma quello è il meno. E' il fango è ormai dappertutto. 1a, 2a, 3a (rqrq), soprattutto 2a. Poi i dislivelli, terribili, soprattutto in discesa, con la moto che ormai sembra andare per conto suo, insensibile ai comandi: il freno posteriore quasi non lo posso usare, l'anteriore è un terno al lotto ogni volta che lo tocco per le conseguenze che può dare, il manubrio risponde per quel che può... ma non può troppo. Comincio a sudare per lo sforzo: mi fermo e mi alleggerisco: in fondo non fa troppo freddo: 8° gradi qui sono primavera. Resto in maniche corte, sotto la giacca. Quando mi fermo, passa un'auto della manutenzione dell'oleodotto: gentile, mi chiede se ho dei problemi. Rispondo alzando le braccia e con una sola parola "mud" (fango). Capisce. Chiedo come è davanti e mi risponde che è peggio. Sconsolato, riparto, per qualche altro km. Mi fermo ancora: mi chiedo come mai ancora non sono caduto: mi sento sempre in equilibrio precario, la moto ormai non mi trasmette sicurezza, nemmeno felicità, ma solo timore. Paura di cadere, paura delle conseguenza, qui, in cima al mondo, nel deserto del nord, lontano da tutti. Paura di rovinare un bel viaggio con qualcosa di grave, di irreparabile. Alla seconda sosta, si ferma un'altra auto della manutenzione dell'oleodotto; mi conferma che davanti, sul Passo Atigun (m 1.400), è peggio, soprattutto in discesa. Mi dice che stamattina è caduto un motociclista e si è rotta una spalla. Basta, basta così, non ne posso più. Penso alla mia famiglia; a mia moglie, che mi attende, paziente, a casa; a mia figlia, che ha diritto a un padre. Penso ai rischi che ho corso in questo viaggio... e a quelli che potrei correre continuando oggi su questa strada. Penso che è ormai mezzogiorno: in 3 ore ho percorso poco più di 70 km, di cui 40 di sterrato. Davanti ho quasi 300 km di sterrato: a questi ritmi, se ce la faccio, arriverei tra 18 ore... se non crollo prima. La decisione arriva veloce, tanto veloce che quasi mi sorprende: mi fermo qui! Stop, basta così. Chi mi conosce sa che ho sfidato il pericolo molte volte, ma ora sento che mi devo fermare; per me e per chi mi vuole bene; per me e per chi mi aspetta a casa. Continuare, in queste condizioni, non sarebbe coraggio, ma follia, incoscienza. Vado avanti ancora un km, fino a trovare uno spiazzo accanto alla strada: accosto, abbasso il cavalletto, spengo le luci. Sono a 297 km da Deadhorse, latitudine 67° 58' N (il circolo polare l'ho passato ieri), longitudine 149° 46' W. Tappa di oggi: Giorno 72, ma 30.5, Wiseman - a nord di Wiseman, km 73, tot. 33.508.
Tiro fuori la borsa con le mie cose, tolgo gps e Spot, poche altre cose, un ultimo sguardo alla moto e guardo la strada. Ho già deciso cosa fare. Dopo una decina di minuti si ferma in auto: sono due ragazzi del Kansas: gli chiedo se vanno a Deadhorse. "Yes". "Ho problemi col fango e la moto, mi date un passaggio?" Gentili, accettano subito. Salgo in auto e partiamo. La moto è rimasta lì, a bordo strada. Non ho paura che la rubino: chi volete che si porti via mezza tonnellata di Gold Wing su una strada fangosa? Con l'auto arrivo, abbastanza rapidamente (oltre 5 ore, anche l'auto in certi punti deve rallentare), a Deadhorse. Anche i due del Kansas domattina hanno l'escursione con la navetta a Prudhoe Bay (ricordo che le ultime 10 miglia non sono accessibili al traffico privato). Gentilissimi, domattina mi prendono al mio albergo e mi accompagnano alla partenza e, dopo, mi riporteranno alla moto. Infatti ho deciso di pernottare solo una notte qui a Deadhorse: quindi che, in auto, posso arrivare alla moto già alle 17 domani, poi in 3 ore riesco a raggiungere Coldfoot, dove ho spostato la prenotazione per domani. Così guadagno un giorno, che è sempre utile: il viaggio è ancora lungo e... me ne possono capitare ancora tante! Ora comunque sono molto nervoso e arrabbiato, non tanto per aver proseguito senza la moto (ritengo la decisione giusta e opportuna), ma perché non trovo il mio Garmin Zumo: ricordo di averlo smontato dalla moto per portarlo con me; poi però in auto non l'ho trovato più. Credo di averlo lasciato sulla moto, poggiato da qualche parte, distratto dall'arrivo dell'auto e dall'avere troppe cose in mano. Spero di trovarlo domani: perderlo sarebbe per me un danno irreparabile, quasi come perdere le foto, con tutte le tracce memorizzate e non scaricate e l'utilità per il resto del viaggio. Comunque, per tornare al discorso moto, fa male rinunciare: credo che sia la prima volta in vita mia che rinuncio a una tappa importante del viaggio per motivi di sicurezza: fa male. So di aver fatto bene, non sono pentito... ma fa male.
Edited by Gold Wing - 31/5/2017, 08:08
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