Giorno 78, giovedì 19 dicembre, da Nouadhibou a Boujdour , km 700, totale 28.888Già ieri sera avevo notato che erano arrivate altre 3 moto, di francesi. Ma erano già a letto (o ancora fuori a cena), e non ho visto i motociclisti. E stamattina dormono ancora.
Comunque queste sono le 3 moto dei francesi.
Parto come programmato all'alba, cioè alle 7.30. Voglio provare ad arrivare a El Aiun, saltando quindi Dakla; in questo modo risparmio anche circa 80 km, perché Dakla, come Nouadibou, è quasi alla fine di una penisola lunga 40 km, quindi è tutta strada risparmiata.
Alle 7.30 fa quasi freddo, con temperatura di 15°.
Esco da Nouadibou
e nuovamente costeggio la ferrovia che porta il minerale ferroso dall'interno della Mauritania al porto di Nouadibou.
Il treno è lunghissimo. L'ultima carrozza è riservata ai passeggeri.
Alba sul deserto.
Mi fermo ancora (come ieri sera: ma non hanno niente di meglio da fare?
) al posto di blocco all'uscita dalla città,
ma mi accorgo in ritardo del successivo (appena 500 m dopo il precedente!); freno, ma inevitabilmente mi fermo una decina di metri dopo lo stop.
Vengo aspramente rimproverato dal militare, che poi mi porta dal capo, il quale si mostra molto più ragionevole, anche perché invento le scuse più assurde: avevo il sole contro (quando invece era quasi dietro
)...; comunque ripeto più volte una delle poche espressione francesi che ho imparato bene ("scusami", che suona più o meno "escusemuà", ma non ho la minima idea di come di scriva
) e alla fine mi lasciano andare: nessuna multa o mancia.
Alba sulla grande baia di Nouadibou.
Arrivo al bivio per Dakla e quindi giro a sinistra, verso nord.
e poco dopo supero la ferrovia.
Primo posto di blocco con controllo veloce dei documenti, ma la frontiera è avanti. Percorro qualche km così, nel nulla.
La temperatura è addirittura più bassa che alla partenza: 14°.
Arrivo alla frontiera, lato Mauritania.
Le varie formalità impiegano quasi un'ora.
Alla fine esco dal posto di frontiera mauritano, attraverso due torrette che fanno tanto proprio... forte nel deserto
e mi avvio attraverso la mitica terra di nessuno.
Ne ho lette tante su questa terra. Campi minati ai bordi, gente "strana" che si aggira nei pressi, rottami d'auto e di ogni genere a bordo strada, pista infida.
Per le mine non ho... controllato, ma il resto lo confermo.
Sono poco più di 3 km ma sembrano non finire mai. La pista quasi non c'è, perché è già difficile capire qual è! In pratica la pista è dove... ci sono più sassi; l'unico suo merito è che c'è poca sabbia, ma, quando c'è (ed è difficile evitarla) è proprio infida, tant'è che... mi sono insabbiato.
Temo anche di forare di nuovo, sui sassi. La moto prende delle botte spaventose sui sobbalzi, ma... regge.
Ed ecco la moto insabbiata. Anche stavolta, resta in piedi da sola.
Dopo pochi tentativi mi rendo conto che da solo non ne esco: la ruota posteriore ha ormai scavato una bella buca e in mezzo la moto tocca col telaio sulla sabbia, in un... equilibrio perfetto.
Fermo un camion, ma l'autista è imbranato, quindi lo saluto.
Fermo un'auto e gli occupanti si dimostrano molto più svegli. Intanto ho già predisposto la moto, legando due cinghie davanti; ritengo infatti che il modo più rapido e sicuro per uscirne sia un breve traino, giusto per spostare la moto di un metro e uscire dalla pozza di sabbia.
Funziona, ma ci vogliono 3 persone ad aiutare il movimento, anche perché se l'auto tira di botto finisco a terra. Do gas e la moto esce. Ringrazio e faccio cenno ma non vogliono nulla.
L'ultimo km di terra di nessuno.
Entro quindi nel posto di frontiera marocchino (il Marocco occupa il Sahara occidentale e lo tratta come una sua provincia.
Le procedure sono un po' più lunghe e ci perdo oltre un'ora.
Prima di entrare avevo coscienziosamente coperto la bandiera adesivo del Sahara occidentale, ma non è bastato, perché avevo dimenticato la piccola bandierina posta accanto al grande adesivo del viaggio (una bandierina per ognuno dei 24 Stati attraversati); i doganieri marocchini me lo fanno notare piuttosto seccati e, prima che si arrabbino, lo copro con un adesivo nero che ho intasca, commentando sorridendo "no problem"
(che stron#i
).
Finito tutto, devo ancora lottare per uscire dal posto di frontiera, perché la strada è intasata da una fila di auto e una fila di TIr, tutti in senso opposto al mio, e non voglio certo passare sulla sabbia del deserto! Chiedo a qualche auto di spostarsi e, con un po' di calma e molta determinazione, ci riesco e passo.
E ora via, verso nord, attraverso il deserto!
Il deserto è bellissimo. Solo alcune foto [è tardi e ho sonno]
La strada corre abbastanza vicina all'oceano, che ogni tanto si vede.
Cammelli, con l'oceano per sfondo.
Cammelli sulla strada.
L'oceano.
Il vento è forte, a volte dal mare a volte dal deserto. Viaggio spesso piegato.
La strada a volta si riduce a poco più di un metro, stretta tra la sabbia del deserto. Speriamo di non insabbiarmi di nuovo!
Supero il tropico del cancro, ma non c'è nessun segnale.
Conincia a far freddo di nuovo e metto l'imbottitura della giacca.Il sole è basso ma dietro di me.
Ho già deciso da un paio d'ora di fermarmi a Boujdour e non a El Aiun, troppo lontano, o Dakla, troppo vicina.
Trovo credo l'unico albergo di Boujdour ; nel loro garage la moto non entra e me ne trovano un altro vicino.
Ottima cena in ristorante vicino con montone arrosto e patate e fagioli (meno di 5 euro, l'albergo 14).
In 2 giorni posso arrivare allo stretto di Gibilterra.
Edited by Gold Wing - 19/12/2013, 23:56