Giorno 61, lunedì 2 dicembre, Rio de Janeiro, km 18, totale km 27.143La mattina comincia con una lunga percorrenza, alla quale non ero abituato da tempo: 200 metri dal vecchio albergo al nuovo;
ieri infatti ne ho trovato un altro, della catena Ibis Hotel, decisamente più conveniente (€ 70 invece di 140). Sistemo la moto nel nuovo garage, lasciandoci per ora i bagagli: infatti il check-in lo posso fare solo a mezzogiorno.
Vado all'appuntamento con lo spedizioniere e cominciamo a organizzare il tutto.
Per prima cosa, serve la copia di tutti i documenti autenticata da un notaio! Carnet, carta di circolazione, passaporto completo, patente internazionale, assicurazione.
Lo sapevo che la burocrazia brasiliana era tosta: sarà una lunga e dura battaglia...
Comunque in poco più di un'ora riesco a fare tutto, e non mi costa nemmeno tanto (100 real, cioè € 32, per 18 copie documenti).
Torno all'ufficio dello spedizioniere, verifico che le copie siano a posto e ci diamo appuntamento alle 12.30. Intanto torno in albergo, faccio il check-in, porto le valigie in camera e faccio appena in tempo a tornare dallo spedizioniere per l'appuntamento.
Andiamo quindi insieme dal broker, che verifica tutti i documenti (sarà lui a presentarli in aeroporto9 e verifica che ne serve un altro! Una specie di delega che devo fare a lui per esportare la moto.
Andiamo da un altro notaio (vicino), ma questo non vuole farcela perché dice che serve la tradizione in portoghese del mio passaporto italiano. A quel punto h un'idea: il passaporto italiano è già tradotto in tutte le lingue dell'Unione Europea, tra cui anche il portoghese (per il Portogallo ovviamente, non certo per il Brasile; ma sempre portoghese è!); lo faccio notare all'impiegato del notaio ma questo ancora non gli basta, dice che serve la traduzione dal tribunale. Sto per perdere la pazienza: ma come, brutto str##o, non vedi che qui ogni singolo campo del passaporto è tradotto anche nella tua accidenti di lingua?!!! Lo vedi che accanto ad ogni parola italiana (nome, cognome, data di nascita, ...) c'è un numerino (1, 2, 3... che riporta allapagina successiva dove c'è la traduzione in 11 lingue tra cui anche il portoghese?!!! E allora, non sai contare, o vuoi anche la traduzione dei numeri 1, 2 e 3?!!
Niente da fare.
Io credo che anche l'intelligenza (la mia) si deve arrendere di fronte alla umana stupidità (la sua), Mi trattengo, lo saluto, lo mando sentitamente a fan c### (in italiano, se vuole se lo fa tradurre al tribunale
) e andiamo da un altro notaio. Che fa tutto senza problemi. Altri 50 real.
Adesso abbiamo tutto.
Con lo spedizioniere restiamo d'accordo che mi darà conferma con un messaggio se posso andare nel pomeriggio dalla persona che deve costruirmi la cassa (qui a Rio, ma circa 15 km a nord).
Al volo mangio qualcosa (sono ormai le 14) e torno in albergo giusto per riposarmi 10 minuti, separare i bagagli cge devono restare in moto da quello che devo portarmi in aereo (infatti dovrò lasciare la moto) e mi arriva il messaggio: posso andare, ho 2 ore prima che chiuda.
Di corsa in moto, attraverso l'infernale traffico di Rio, e riprende a piovere.
Non ne posso più di questo tempo :caldo e umido.
Qualche difficoltà per trovare l'officina (ma un'insegna potevano anche metterla!), ma la trovo.
Ma il problema più grande lo ho durante il percorso, perché la moto scalda molto; ho il dubbio che stia ricominciando a perdere acqua dal radiatore (ne avevo vista qualche traccia nei giorni scorsi, la mattina presto prima di ripartire, ma di recente no); ora il motore è troppo caldo per controllare, lo farò in Africa. Non arriva alla zona rossa (la ventola parte sempre), ma si avvicina, e soprattutto se è molto vicino alla zona rossa e spengo il motore, questo non riparte se prima non si raffredda un po'. Forse è una misura di sicurezza automatica? Trovo il modo di ingannarlo, girando la chiave in off e poi mettendola rapidamente in on e accendendo il motore prima che la ventola riparta; ma non sempre riesco. E restare con la moto spento in mezzo al traffico di Rio , magari in mezzo a uno svincolo trafficato, non è piacevole.
Comunque sono arrivato, spiego quello che mi serve (mica facile: non sanno una parola di inglese o spagnolo, solo portoghese
), smonto la moto per ridurre l'ingombro della cassa da costruire, e spiego ben (speriamo) come devono fissarla (nei soliti quattro punti del paramotore e paraborse: gli lascio le mie 8 cinghie). Come richiesto dallo spedizioniere, stacco la batteria (solo il positivo); mi aveva chiesto anche di togliere tutta la benzina, ma mi limito a mostrare che è a zero (in effetti non è a zero, ma ci sono ancora i 4 litri di riserva, la cui spia ancora non si è accesa), ma tanto loro non lo sanno e la Gold Wing in queste circostanza segna zero.
In questo modo a Dakar non avrò il problema della benzina per partire.
Ultime raccomandazioni agli operai e prendo un taxi per tornare in albergo. Speriamo bene: non mi sembrano molto pratici di moto.
Ecco la moto smontata nell'officina. Davanti, sotto i (miei) teli di plastica (che poi andranno fissati meglio) c'è il parabrezza smontato.
Cena; stavolta mi tengo leggero: filetto con pure di patate e riso. Buono ed economico (€ 7).
Un po' di turismo anche oggi, visto che è proprio di fronte al mio albergo.
La cattedrale presbiteriano di Rio de Janerio.
Per il Natale, è tutta illuminata, anche i tronchi della alte palme.
La cattedrale vista dalla finestra della mia stanza.