Giorno 32, domenica 3 novembre, da Minilya a... da qualche parte 400 km a sud-ovest di Broome, km 910 (in moto), totale 14.672 circaOggi voglio raggiungere Broome, anche perché è una località interessante da vedere e dove fermarsi per la notte; sarà difficile, poiché dista 1.300 km e ho solo 13 ora di luce, ma voglio provarci.
Stavolta quindi parto puntuale all'alba (5.35); ho 13 ore prima del tramonto (18.30 qui, ma mezzora prima lì a Broome).
La temperatura a quest'ora è buona (20°, ma durerà poco), infatti già prima delle 8 ci sono 30° e continua ad aumentare.
Il paesaggio ormai è decisamente arido; siamo nel predeserto, il bush australiano.
Vedo numerosi grandi termitai(?)
Arrivo al Tropico del Capricorno: E' la prima volta che attraverso un tropico guidando la mia moto.
A parte i citati termitai, non è che la strada presenti molti elementi di varietà. Anche il traffico è scarso; l'unico problema è il caldo, asfissiante; ormai siamo vicino ai 40°.
Alle 11 la temperatura supera i 40° e non scenderà sotto tale soglia se non prima del tramonto. Sul termometro della moto leggo fino a 44° (in movimento; fermi al sole supera i 50°).
Poi arriva qualche collina
e incrocio qualche motociclista locale (confermo poco comunicativi).
Con un gruppo di biker riesco anche a parlare (sono fermi in una stazione di servizio); se parlano sono anche simpatici, ma certo non sono espansivi.
Strada, deserto, strada, deserto...
I fiumi che attraverso con i ponti sono generalmente completamente in secca; qualcuno ha ancora un po' d'acqua (la stagione delle pioggia sa per iniziare), ma comunque quando piove si trasformano in corsi d'acqua impetuosi, che allagano tutto, strada compresa.
Qualche sterrato per lavori in corso, ma ottimamente battuto (per fortuna che non piove).
Qualche nube minacciosa (credo che sulle colline a sud stia piovendo, appena fuori dal deserto.
e continuo verso nord-est.
4850
Infine, accade!
Sento la moto vibrare, ho difficoltà a controllare la traiettoria. la moto oscilla. Rallento, freno dolcemente, accosto.
prima ancora di guardare, capisco: il cavalletto laterale ha difficoltà ad aprirsi, e sento la moo più bassa.
Guardo la gomma posteriore e la vedo così.
Completamente a terra. Controllo la pressione (nella foto ho già tolto il tappo) e infatti è a zero. Provo a gonfiarla con la mia pompa manuale (già usata in altre occasioni, l'ultima proprio ieri su questa gomma), ma sento subito che spinge poco, quasi a vuoto; dopo qualche centinaia di pompate sembra aver gonfiato qualcosa, ma, sento subito l'aria uscire. La pressione per un po' arriva a 0,35, poi torna a 0.
Cerco il foro, per provare a ripararlo, ma non lo trovo. In 800.000 km in 80 Stati in 5 continenti con questa moto, avevo forato solo una volta, in autostrada in italia; ma qui è diverso: sono presso un deserto, a centinaia di km dalla prima città, sta per tramontare il sole e quindi scendere il buio, ci sono ancora 40°, sono ai margini di una strada dove passa un veicolo ogni mezzora e non sono nelle condizioni ambientali adatte a cercare di tappare un buco che nemmeno riesco a trovare.
Tocco la gomma: è molto calda, scotta tanto che devo ritrarre la mano. sento comunque è molto morbida, quasi squagliata dal calore; mai l'avevo sentita così. credo sia stata molto stressata dalle lunghe percorrenza ad alte temperature; ha anche ormai quasi 15.000 km (1.000 più del previsto); forse sono stato ottimista quando, a Lecce, ho stimato possibile una percorrenza con un treno di gomme di 20.000 km, i km che faccio di solito. Ma qui non è "il solito", qui le condizioni sono diverse.
Devo prendere una decisione: Broome, il mio obiettivo odierno, è 400 km a nord-est, davanti a me; Port Eldman è 200 km a sud-ovest, dietro.
Ho passato una roadhouse (motel) meno di 100 km fa, davanti a me a 88 km c'è n'è un'altra, dove ormai avevo deciso di fermarmi perché comunque non sarei riuscito a percorrere i 400 km fino Broome prima del tramonto.
Provo prima con l'assistenza stradale. Chiamo quella FMI (che aveva già miseramente fallito in Mongolia). Dopo un po' di attesa, mi dicono che la mia assistenza vale solo in Europa. Ma come?! Ero sicuro che valesse in tutto il mondo (col limite di 3 interventi e 105 €), l'avevo pure usata 2 anni fa in Mongolia, anche se poi non era arrivato nessuno; cos'è, una novità di quest'anno? Non sa darmi spiegazioni, mi dice solo che questo è il contratto che vede.
Gli chiedo se sa dirmi il numero dell'assistenza stradale in Australia, ma non lo sa. Grazie, mi arrangerò.
L'assistenza Aci non la chiamo nemmeno, so già che è limitata all'Europa. Decido di chiare l'assistenza stradale australiana, ci sarà pure qualcosa di simile all'Aci in questo paese! I problema è che non è il numero (avrei dovuto memorizzarli dall'Italia, ma non ho pensato a farlo per tutti i 24 Stati da attraversare), allora mando un sms a un amico del Forum dei Motoviaggiatori, che mi risponde subito inviandomi il numero (grazie Gabriele/Zivas).
Il problema è che, chiamandolo col mio telefono italiano, mi dà errore; credo sia un numero valido solo in Australia, tipo un numero verde nazionale. Allora fermo un'auto, con una signora con 3 figli (non mi sembra anglosassone, anche se è australiana, probabilmente è una discendete di aborigeni), e lei molto gentilmente telefona per mio conto all'assistenza.
Do la mia posizione esatta (km di distanza dalla prossima località e coordinate gps), ma passa oltre un'ora per tutte le formalità burocratiche (nome, indirizzo, carta di credito, senza la quale potrei pure crepare in mezzo al deserto e nessuno si muoverebbe
).
Alla fine pago il diritto di chiamata all'assistenza ($ 440, con carta di credito) e mi dicono che tra 4 ore verrà qualcuno da Broome. Ho scelto infatti di farmi portare in quella località (400 km avanti), dove immagino un soggiorno più piacevole e soprattutto maggiore assistenza meccanic9, piuttosto che nella più vicina Port Edland (200 km indietro). Inoltre, per natura, non mi piace mai tornare indietro: sempre avanti!
Ringrazio la gentile signora e famiglia (è stata ferma per me per un'ora), che mi dà una bottiglia d'acqua da 2 litri (altra acqua me l'aveva data un tir di passaggio; io ne avevo ormai solo un litro, e calda, perché ero ormai a meno di un'ora dal motel dove pensavo di fermarmi per la notte).
Ora sono solo, ai margini del deserto, e sta per tramontare il sole e quindi arrivare il buio.
Gli animali qui si muovo soprattutto di notte: canguri e bufali (ma pericolosi soprattutto peri veicoli in movimento sulle strade), forse qualche dingo, certo molti serpenti. Sono questi ultimi che mi preoccupano di più e stringo ben bene i pantaloni da moto agli stivali, sperando che qualche serpente, attirato dal calore della moto, non pensi di infilarsi super i miei pantaloni.
Ma il problema principale, o almeno quello impellente da risolvere, sono gli insetti: numerosissimi, famelici, mi assalgono in continuazione e sono ormai insopportabili.
Monto la zanzariera da viaggio sulla moto e quindi riesco a sistemarmi in sella al riparo quasi completo dagli insetti: qualcuno riesce a passare, soprattutto nell'operazione di montaggio, ma dopo averne ucciso diversi con le mani, resto tranquillo da nuovi attacchi.
Cala il buio, e il silenzio.
Non si muove nulla, tranne la mia zanzariera spinta dal vento. Bevo. Mangio qualcosa.
Le ore passano (dalle 18 in cui ho terminato la chiamata all'assistenza stradale italiana).
Un'ora.
Due ore.
Nonostante tutto, è bellissimo.
Il cielo australe splende fantastico sopra di me, nel buio assoluto, sopra il deserto. Individuo la Croce del Sud, abbastanza bassa (siamo a una latitudine inferiore ai tropici).
Mi trovo a pensare che questo è una bellissima esperienza, e non devo essere triste o preoccupato per quello che è successo: ho acqua, cibo e un sia pur precario riparo, la mia moto. Mai abbandonare la moto, come una nave nel mare in tempesta.
Penso per una attimo, sorridendo, a chi mi aveva criticato alla partenza, dicendo che basta avere i soldi:
vorrei vederli qui, nel deserto, al buio, da soli, attendere da ore, con la moto bloccata.
Tre ore.
Si ferma un tir, mi chiede se mi serve qualcosa. Ringrazio, spiego la situazione e che sto aspettando l'assistenza stradale, che dovrebbe arrivare tra un'ora. Senza nemmeno che la chieda, mi da altra acqua bella fresca (loro non hanno problemi di spazio) un toast farcito e dei biscotti. ringrazio. Questi australiani saranno non comunicativi e un po' chiusi, ma, se c'è da dare una mano a qualcuno in difficoltà sulla strada, non si tirano indietro.
Mangio il toast: al buio non riesco a vederne il contenuto, ma è saporito e nutriente, farcito in modo abbondante: un toast da camionista, che vale una cena. Visto che ho mangiato, ne approfitto per prendere le ultime medicine.
Ogni tanto passa qualche road train, gli enormi tir con 2 o più rimorchi, lunghi decine di metri; li sento prima di vederli, poi si vedono le luci e quindi arrivano, imponenti, impressionanti. Ad ogni passaggio di veicolo accendo le luci di emergenza, per sicurezza; sono fuori dal ciglio della strada, ma di appena un metro, meglio non rischiare. tanto i passaggi sono rari, non più di uno ogni mezzora.
ora però è un'ora che non passa nessuno.
Quattro ore. Comincio a guardare più spesso l'orologio: se fossero puntuali, ora dovrebbero arrivare, 400 km in 4 ore, come annunciato. Sono ormai le 22, e ancora non si vede nessuno: gli australiani non son puntuali!
Resto calmo: in fondo sono 400 km, magari deve organizzarsi e non è partito subito... speriamo che non abbia forato pure lui!
Cinque ore.
Sei ore. Nulla.
Comincio a innervosirmi, anche perché la stanchezza si fa sentire: l moto, per quanto comoda, non consente di dormire, e di sdraiarmi per terra non se ne parla proprio, con i rischi di serpenti. Né posso montare la tenda, non sapendo quanto durerà la sosta.
Ora basta, devo fare qualcosa. Auto da fermare non ce ne sono (i road train non possono fermarsi, troppo pericoloso frenare in corsa con la loro enorme massa), per telefonare col cellulare di un australiano all'assistenza stradale, quindi chiamo la polizia; immagino che anche qui il numero dei emergenza sia il 122. Provo: rispondono!
Spiego la situazione; dove mi trovo, cosa è successo, chi ho chiamato e il fatto che dopo oltre 6 ore non si vede nessuno, nonostante io abbia pagato con la mia carta di credito; e questa è la parte facile.
Poi viene la parte difficile; il poliziotto mi risponde, ovviamente in inglese; io l'inglese lo parlo abbastanza, lo leggo e riesco anche capire (quasi tutto) quando qualcuno mi parla; ma capire un poliziotto australiano che parla al telefono, probabilmente nel suo slang australiano, bè, questo, proprio non ci riesco; o almeno capisco solo la metà di quello che dice.
Chiedo al poliziotto di rispiegare e parlare più piano. Me lo rispiega, capisco qualcosa di più, ma non tutto.
Mi chiedono se ho acqua e cibo, e confermo di averne, almeno per questa notte. Se ho capito bene, mi dicono che entro mezzora verrà qualcuno, ma dubito di aver capito. Comunque ringrazio, almeno ora la polizia sa dove mi trovo e cosa è successo.
Lo Spot non posso usarlo, perché il pulsante sos è solo per le situazioni di pericolo di vita e questa, nonostante tutto, non lo è; non ancora, almeno.
Sette ore. Nulla. richiamo la polizia e li aggiorno. stavolta non dicono che verranno.
Sette ore e mezzo, è l'1.30... del giorno dopo, lunedì 4 novembre (quindi continuo nel report di quel giorno).
Edited by Gold Wing - 5/11/2013, 08:16