Visto che qui continua piovere (vedi il mio post di pochi minuti fa), posto il report di ieri, che avevo preparato ieri sera ma non postato per mancanza di internet.
Giorno 24, sabato 26 ottobre, da Bangkok a Samut Songkhram, km 118Oggi è il giorno in cui devo riprendere la moto: Devo, non voglio sentire ragioni.
Fatta un’abbondante colazione (prevedo una giornata intensa e non voglio perdere tempo con il pranzo), chiamo un taxi e arrivo puntuale all’appuntamento delle 10 all’ufficio della dogana. Anzi in anticipo, voglio che l’impiegato mi veda qui quando arriverà.
Riconosco alcune persone di ieri sera… e loro riconoscono me.
Le scritte dell’ufficio non aiutano certo a capire; fortuna che lo avevo fotografato ieri per non sbagliare.
Poco dopo le 10 arrivano due persone. Non sono la persona di cui mi era stato detto il nome: una è un'impiegata, visibilmente scocciata per dover lavorare di sabato (fa ampi gesti all’altro, anche se non si rivolge mai a me), l’altro è un agente, che mi aiuterà in tutte le pratiche. Lo guardo: maglietta firmata Luis Vuitton, collana d’oro, orologio d’oro, grosso bracciale d’oro. Prevedo un conto salato.
Chiarisco subito con l’agente che devo avere la moto oggi, possibilmente stamattina. Lui li rassicura.
L’agente comincia a raccogliere le carte e andiamo in giro nei vari uffici. E’ una cosa interminabile, complicata dal fatto che i vari uffici sono distanti tra loro, sparsi nell’enorme area doganale merci dell’enorme aeroporto di Bangkok. Ci spostiamo generalmente a piedi, nel caldo afoso, un paio di volte col bus navetta.
Ci sono da pagare alcune tasse (pago tutto in bath), tra cui la più assurda (e cara) è la tassa di deposito, pari a 1750 bath (42 euro), che è calcolato per ogni giorni di deposito e il volume della cassa. Assurdo: se avessi lasciato la moto qui fino a lunedì, causa della LORO chiusura degli uffici, oltre al danno (3 giorni fermo senza moto) avrei avuto anche la beffa di pagare il triplo!
Ad un certo punto l’agente mi dice che abbiamo finito e che il suo compenso è di 5000 bath (122 euro). 5.000 bath?! Dopo tutte le tasse extra che sto pagando, e tutto quello che ho già pagato a Katmandu? Gli rispondo che è troppo; lui mi chiede quanto posso offrire; rispondo 3.000, ribatte 4.000, offro 3.500 (85 euro) e chiudiamo a questa cifra.
Ma soprattutto gli dico che non abbiamo finito per niente! Noi abbiamo finito solo quando io vedo la mia moto e la dogana mi dice che posso andarmene con lei. Lui resta incerto. Lo incalzo sintetizzando il concetto con poche parole: “no bike, non money!” Lui capisce e continuiamo il giro degli uffici.
Altro che finito, passano altre due ore di uffici, timbri e giri vari. Col cavolo che avevamo finito!
Alla fine arriviamo al grande deposito, consegniamo l’ultimo documento, con l’ultimo timbro e l’ultima firma e poco dopo vedo finalmente arrivare la cassa della mia moto!
Pago l’agente che mi chiede se sono attrezzato per aprirla. E con cosa (gli rispondo)? Non potevo certo portare martelli e attrezzi vari in aereo! Non c’è problema, gli dico. Basta dare qualcosa a uno dei tanti operai che vedo qui ciondolare senza far nulla, saranno ben felici di arrotondare lo stipendio. Infatti, 5 minuti e 200 bath (meno di 5 euro) dopo, la mia cassa è aperta e rivedo la mia moto, integra. Sono le 14, “appena” 4 ore!
La rimonto, un ultimo passaggio alla dogana per verificare il numero di telaio (non per il carnet, che in Thailandia non basta, ma per un’autodichiarazione in cui mi impegno a riesportare la moto entro un mese, altrimenti dovrò pagare 6.000 euro, cioè una volta e mezzo il valore della moto indicato sul carnet) e finalmente esco dall’aeroporto, diretto a Bangkok!
Ormai sono le 15.30, ho poco più di 4 ore di luce e stasera voglio assolutamente dormire oltre Bangkok, cui quindi dedicherò poco tempo; non ne posso più infatti di stare fermo, voglio riprendere a muovermi.
L’attraversamento della metropoli (l’aeroporto è a est della città e io devo andare a ovest) è lungo (come km, circa 50, e tempo) e complesso per il traffico molto intenso; ma le strade sono buone e la guida ordinata, niente a che vedere col caso dell’India e del Nepal.
E per la prima volta dalla Turchia riesco a usare la carta di credito per pagare la benzina. L’addetta, presa dall’entusiasmo per la mia moto, mi regala due bottiglie d’acqua; ringrazio e apprezzo il gesto.
Breve visita in centro di Ko Ratanakosin, l’isola da cui è nata Bangkok, con i suoi splendidi palazzi, tra cui il Palazzo Reale e il Tempio del Budda di Smeraldo,
e del fiume vicino, con i negozietti sul pontile.
e quindi esco dall’altra parte della città, diretto a ovest (domani la strada mi porterà finalmente verso sud).
Trovo un albergo col gps (i locali mi danno scarse, vaghe ed errate indicazioni) che raggiungo un’ora dopo il tramonto, ma tanto la strada è buona e non c’è problema. Appena 250 bath (6 euro) per la camera “deluxe” (che di deluxe ha solo il nome, a parte l’utile aria condizionata).
Cena in un ristorante di strada, per 109 bath (meno di 3 euro) finalmente gustosa e che mi sazia.
Edited by Gold Wing - 27/10/2013, 06:19